Ricorre oggi la Giornata Mondiale contro il bullismo e il cyberbullismo, una data importante perché si ripropone un’occasione per riflettere su un fenomeno dilagante tra gli adolescenti e preadolescenti, e soprattutto su quali possano essere gli strumenti e le strategie educative di contrasto, impedendo quindi che simili episodi di prevaricazione possano accadere.
L’indagine dell’Istat
Nell’indagine conoscitiva condotta dall’Istat, già nel 2019, per dare un quadro sistematico di misurazione del fenomeno di violenza tra i giovani, nell’ambito di un’apposita audizione da parte della Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, è emerso come più della metà degli intervistati, ricompresi nella fascia 11/17 anni, riferisca di essere rimasta vittima di bullismo nei 12 mesi precedenti la rilevazione (un qualche episodio offensivo, violento o comunque non rispettoso).
Le ragazze più colpite
Un fenomeno che non conosce apprezzabili differenze tra i giovani, sebbene dall’indagine condotta emerge come le ragazze presentino una percentuale di vittimizzazione maggiore rispetto ai ragazzi (55% contro il 49,9% dei ragazzi coetanei). Significative anche le percentuali di coloro che subiscono atti di bullismo più volte a settimana (nell’ordine che sfiora il 10% per le ragazze contro l’8,5% dei coetanei maschi).
Il cyberbullismo, prepotenze e vessazioni anche online
Quanto al cyberbullismo, che analogamente ripropone schemi di violenza negli spazi virtuali dei media digitali, ma assai concreti nella vita di relazione dei ragazzi (ne fa uso quotidiano l’87,3% nella fascia di età considerata), anche qui le ragazze (che peraltro fanno ricorso più frequentemente ai dispositivi di telefonia mobile o internet rispetto ai ragazzi) sono maggiormente esposte al rischio di condotte offensive attraverso tali canali di comunicazione. Con il risultato che circa il 7% dei ragazzi tra gli 11 e i 13 anni è rimasto vittima di prepotenze e vessazioni.
L’impegno delle scuole di Palermo
Anche le scuole di Palermo organizzano iniziative ad hoc per permettere ai ragazzi e ragazze di imparare a riconoscere le forme di bullismo e cyberbullismo, così da porre in essere atteggiamenti e comportamenti responsabili. In tale giornata, nelle classi delle scuole del territorio si avrà modo di affrontare la trattazione di tale fenomeno attraverso iniziative e supporti didattici che possano offrire spunti per una riflessione profonda.
Il progetto “Parole ostili” dell’I.C.S. Rita Levi Montalcini
Ne sono un esempio alcune scuole del capoluogo, che già nella didattica della scuola primaria introducono i bambini al progetto “Parole ostili”, come nel caso dell’Istituto comprensivo statale “Rita Levi Montalcini” di Palermo (ne è preside la professoressa Marina Venturella, ndr), con vari approfondimenti che si susseguono con la finalità di far acquisire agli allievi la consapevolezza che le parole (come i gesti) hanno delle conseguenze, spesso anche molto gravi.
Una docente: “Serve un lavoro educativo sistematico e continuo”
Come tiene a sottolineare una delle docenti dell’Istituto, Alessandra D’Asdia, “senza un lavoro educativo sistematico e continuo, bambini, fanciulli e ragazzi rischiano di usare gli strumenti tecnologici in modo dannoso per la propria identità”.
Il “digital challenge” ideato da un’esperta in educazione digitale
L’Istituto Rita Levi Montalcini, sensibile agli strumenti in tema di prevenzione e contrasto al fenomeno di violenza relazionale, inoltre, adotterà anche “digital challenge”, gioco ideato dall’esperta in educazione digitale, la collega giornalista e docente Cetty Mannino, e strumento per un’alfabetizzazione digitale consapevole nell’utilizzo di internet e del mondo virtuale da parte dei ragazzi e degli attori tutti della comunità scolastica ed educativa.
Sensibilizzare famiglie, insegnanti e ragazzi
Nella giornata del 7 febbraio, che quest’anno è anche “Safer Internet Day”, una giornata internazionale di sensibilizzazione per i rischi che comporta utilizzare internet (e istituita nel 2004 dall’Unione europea), seguiranno al contempo degli incontri con la Polizia di Stato, con l’iniziativa #cuoriconnessi, un progetto nato dalla collaborazione tra Unieuro e la Polizia di Stato contro il cyberbullismo, allo scopo di sensibilizzare famiglie, insegnanti e ragazzi a un uso consapevole dei dispositivi connessi al web.
Il cyberbullismo nella delicata transizione verso l’età adulta
Come infatti certifica l’ampia letteratura che affronta il fenomeno del cyberbullismo, anche a distanza, si espone la vittima in maniera molto più diretta e assai più capillare al giudizio degli altri, compresi gli sconosciuti, minandone la reputazione e l’autostima, aspetti fondamentali per una crescita armoniosa in questa delicata transizione verso l’età adulta.
Commenta con Facebook