Tagli alla scuola tali da mortificare la sua missione. Entro il 2030 previste 10mila cattedre in meno nel Paese e i risparmi verranno usati per i premi agli insegnanti e per il reclutamento. Solo in Sicilia sono 1200 i tagli agli insegnamenti previsti dal piano scuola. Lo denunciano i sindacati della scuola che annunciano le prime mobilitazioni pronti a scendere in piazza contro il decreto sul reclutamento, appena pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
Il sindacato autonomo della scuola Anief lo ha già proclamato per la giornata del 6 maggio mentre Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda danno il via alle mobilitazioni, mossa che prelude, comunque, allo sciopero se il Parlamento non modificherà il testo del decreto sul reclutamento proprio nella fase finale dell’anno scolastico, giunto a 25 giorni dal termine.
“E’ un decreto che disvela la sindrome di Erode che guida la politica scolastica”, commenta Ivana Barbacci, segretaria generale Cisl Scuola. “Il decreto legge sul reclutamento trascura i precari e prevede premialità solo a coloro che fanno formazione, il Patto per la scuola è stato disatteso; il personale della scuola non può essere considerato il nulla in questo Paese”, dice in piazza in occasione del primo maggio anche Elvira Serafini, numero uno dello Snals. Per Anief, il decreto pubblicato in Gazzetta è “addirittura un testo peggiorativo rispetto alla bozza iniziale. Nel testo definitivo, infatti, figurano anche degli incentivi legati alla continuità di sede di servizio. E si conferma una riforma a costo zero, perché le risorse per gli incentivi saranno reperite attraverso la cancellazione di 10mila cattedre di potenziamento a partire dal 2026: non è un caso se i ‘premi’ una tantum arrivino solo dal 2027”.
I sindacati calcolano i tagli agli organici di diritto: 1.600 posti per il 2026/27, 2000 posti per il 2027/28, 2.000 posti per il 2028/29, 2.000 posti per il 2029/30 e 2.000 posti per il 2030/31, ulteriori riduzioni possono essere previste in base ai pensionamenti.
Nell’isola il taglio è di 400 cattedre e nel prossimo biennio e di altre 800 a partire dall’anno scolastico 2024/2025 e negli anni a seguire fino al 2030(2031 per un totale di circa 1200 tagli che possono anche aumentare
Suggerisce la strada del doppio canale (che piace ai sindacati) il sottosegretario all’Istruzione Rossano Sasso. “Per me, ai fini del reclutamento, la strada maestra rimane quella del doppio canale, individuata ai tempi del ministero dell’Istruzione guidato dal presidente Mattarella. Un bravo docente non è quello esperto in nozioni, ma colui il quale è in grado di trasmettere il sapere ai propri ragazzi e i concorsi a crocette si sono rivelati inopportuni, inefficaci e fallimentari. Abbiamo decine di migliaia di insegnanti precari con oltre 36 mesi di servizio, stabilizziamo loro e poi prevediamo un reclutamento con prove concorsuali diverse da quelle attuali”.
Mentre i ministri dell’Istruzione Bianchi e dell’Economia Franco precisano che le risorse per il Fondo di incentivazione “sono state previste in quella entità, in considerazione dell’urgenza di consentire alle norme in materia di istruzione di essere inserite, essendo obiettivo di giugno per il Pnrr, nel dl” ma con un emendamento, già in sede di conversione del dl, a partire dal 2026, i due ministri confermano l’impegno del Governo a “incrementare significativamente il fondo, fermo restando che le economie derivanti dagli effetti della denatalità saranno reinvestite nel settore istruzione”.