E’ bufera sul progetto di riforma delle Autonomia locali, il così detto Ddl Enti locali che punta a riscrivere le regole per comuni e vecchie e nuove province e dopo un pomeriggio difficile la norma torna in Commissione. Tutto rinviato di almeno due settimane e probabilmente con almeno tre diverse modifiche ad altrettanti articoli. Tutto questo dopo cinque giorni di polemiche un vero e proprio fuoco di fila da parte delle opposizioni in aula all’Ars con in testa il Presidente della Commissione regionale antimafia che non parla solo da un punto di vista politico ma anche “tecnico”.
“Questo è un disegno di legge che non ha né capo né coda, e non si concentra sui problemi reali degli enti locali: siamo la terra con il più alto numero di comuni in dissesto o pre-dissesto, c’è un tema della rappresentanza di genere che non può essere interpretato come una concessione, ma soprattutto c’è una deriva molto pericolosa che riguarda il condizionamento, da parte della criminalità organizzata, degli atti dei nostri comuni e delle nostre amministrazioni, come ho sottolineato nella relazione conclusiva della commissione antimafia. C’è un abbassamento della guardia nei confronti dei rischi di infiltrazione mafiosa. La riforma degli enti locali deve invece rigenerare un rapporto fecondo tra questi enti e le istituzioni, non possiamo assistere al degrado delle istituzioni. Questo ddl va ripensato e riscritto” ha detto Antonello Cracolici, presidente della commissione Antimafia all’Ars, durante la discussione in aula sul ddl sugli enti locali.
“Il presidente Schifani dichiara a parole che l’Aula è sovrana ma a Sala d’Ercole non lo vediamo mai. Preferisce buttare la palla in tribuna anziché lavorare ad una visione di futuro per la nostra Isola. Attacca attraverso le colonne di un giornale gli amministratori locali parlando di aumenti di poltrone, peccato che le vere poltrone sono la sua e quelle dei suoi assessori regionali, non certamente quelle dei sindaci, assessori e consiglieri comunali, che sono piuttosto degli scomodi sgabelli di chi ogni giorno fronteggia le emergenze dei cittadini” attacca il coordinatore regionale del Movimento 5 Stelle e deputato regionale Nuccio Di Paola intervenendo a Sala d’Ercole.
“Rivolgo un appello a tutte le forze di opposizione di questo parlamento – ha aggiunto Di Paola – e dimostriamo ai cittadini di avere la capacità di migliorare le loro condizioni di vita ed avere una visione comune per gli Enti Locali. Da parte del presidente della Regione invece non abbiamo visto nemmeno straccio di riforma utile ai siciliani. Se non ci dovesse essere un’azione migliorativa per i Comuni, non escludiamo si possa utilizzare il voto segreto su ogni articolo e su ogni comma, come peraltro prevede il regolamento dell’Assemblea” – conclude il coordinatore regionale e deputato ARS del Movimento 5 Stelle Nuccio Di Paola.
“Siamo di fronte a una strategia chiara: svuotare il Parlamento, evitare il contraddittorio e minimizzare tutto ciò che passa dall’Assemblea in modo che resti soltanto la parte gestionale da parte degli assessori. Le opposizioni oggi diventano baluardo di difesa dell’Aula” gli fa eco il deputato del Pd, Nello Dipasquale, cha lancia, anche lui, un appello: “Serve buonsenso da parte sia della maggioranza che dell’opposizione, bisogna fare blocco contro questo disegno. Serve una norma vera sugli enti locali, non un ddl che sistemi singole questioni territoriali su richiesta del deputato di turno”. Dipasquale, entrando nel merito del ddl, ha poi definito “aberrante” l’idea di “cambiare le regole durante il gioco: per 50 anni quest’Aula ha seguito un principio inderogabile in base al quale le regole nuove entrano in vigore a partire dalla legislatura successiva – ha concluso -. Mi auguro che avvenga così anche questa volta”.
E’, invece, un attacco frontale quello lanciato alla maggioranza da Sud Chiama Nord “È evidente che questo testo sembra rispondere più alle esigenze della maggioranza di distribuire contentini e prebende, piuttosto che affrontare seriamente le problematiche degli enti locali,” ha dichiarato Cateno De Luca.
“Questa norma è un puzzle di incongruenze che squalificano questo Parlamento. Siamo arrivati al punto di tenere il territorio a guinzaglio attraverso operazioni parassitarie e affaristiche. Ogni volta che il Parlamento si occupa di enti locali, produce solo danni. Sembra davvero che i deputati non svolgono il loro ruolo legislativo, ma diventano semplici portatori di interessi locali e personali,” ha proseguito De Luca.
“È offensivo e inaccettabile portare in aula un testo così scoordinato e sconclusionato. Gli enti locali dovrebbero essere trattati con una visione ben diversa partendo anche dalla pavidità del presidente Schifani, che ha perso l’occasione, in qualità di commissario per l’emergenza idrica, di nominare i sindaci come soggetti attuatori, consentendo loro di affrontare l’emergenza con maggiore celerità.”
De Luca ha poi sottolineato: “Questo Parlamento deve occuparsi seriamente del sistema delle autonomie locali, con rigore e serietà, e non attraverso interventi che sollevano forti perplessità anche dal punto di vista contabile. È volgare il modo in cui la maggioranza ha portato questo testo in aula.
L’attenzione di questo Parlamento verso gli enti locali si è manifestata in modo preoccupante, anche con l’ennesimo tentativo di cancellare una norma fondamentale: quella che prevede sanzioni per i sindaci che non presentano la relazione annuale sull’attuazione del proprio programma al consiglio comunale. È già la quarta volta che la maggioranza tenta di abrogare questo provvedimento, che io stesso ho introdotto durante la legge di stabilità.
La maggioranza sembra piegata a una logica di protezione di quei sindaci che preferiscono l’omertà, rifiutandosi di rendere conto del proprio operato. Per noi, questa logica è inaccettabile. L’omertà è un atteggiamento che appartiene a una cultura che non può assolutamente essere associata a chi rappresenta le massime istituzioni.
Ritornando dunque al testo in discussione oggi, non è accettabile che dietro ogni articolo di questa norma ci siano nomi e cognomi di interessi particolari. Se la maggioranza si è ridotta a questo, Sud Chiama Nord non sarà complice. Chiediamo che il testo venga ritirato, riportato in commissione e rivisto in modo organico e coerente,” ha concluso De Luca.