Indagini della Guardia di Finanza

Bufera nella sanità siciliana, ecco le gare da 600 milioni finite nell’inchiesta Sorella Sanità

Secondo le indagini eseguire dal Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria delle fiamme gialle palermitane –con intercettazioni telefoniche e ambientali, appostamenti, pedinamenti, videoriprese, esami documentali e dei flussi finanziari – hanno analizzato 4 procedure ad evidenza pubblica interessate da condotte di turbativa, aggiudicate a partire dal 2016, il cui valore complessivo sfiora i 600 milioni di euro.

Sono finite la gestione e manutenzione apparecchiature elettromedicali – bandita dall’ ASP 6 del valore di 17.635.000 euro.

I servizi integrati manutenzione apparecchiature elettromedicali – bandita dalla CUC del valore di 202.400.000 euro. La fornitura vettori energetici, conduzione e manutenzione impianti tecnologici – bandita dal ASP 6 del valore di 126.490.000 euro. E infine i servizi di pulizia per gli enti del servizio sanitario regionale – bandita dalla CUC del valore di 227.686.423 euro.

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“Ma tu non mi hai condiviso questo. Una volta che poi l’hai vinta non ci vediamo più e mi mandi a dire Roberto “mi inizia a mandare i soldi così mi tappi la bocca mi compri con i soldi” facendomi vedere che rispetti gli impegni, Salvo fammi dire però che è scontato però che è il cinque netti dei contratti dei grandi impianti”.

Parlavano così gli indagati intercettati dai finanzieri che hanno ricostruito che secondo le manovre nel corso degli appalti c’era un tariffario da rispettare: il 5% del valore della commessa aggiudicata. Secondo quanto ricostruito nel corso delle indagini le aziende che vincevano le gare, tra loro importanti società di livello nazionale, erano consapevoli che avrebbero dovuto pagare delle tangenti secondo uno schema preciso e consolidato.

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L’imprenditore interessato all’appalto avvicina il faccendiere, noto interfaccia del pubblico ufficiale corrotto. Il faccendiere, d’intesa con il pubblico ufficiale, concorda con l’impresa corruttrice le strategie criminali per favorire l’aggiudicazione della gara. La società, ricevute notizie dettagliate e riservate, presenta la propria “offerta guidata”, che sarà poi adeguatamente seguita fino all’ottenimento del risultato illecito ricercato.

Grazie alle condotte scorrette le aziende potevano contare sull’attribuzione di punteggi discrezionali, non riflettenti il merito del progetto presentato. La sostituzione delle buste contenenti le offerte economiche. Il pagamento di stati avanzamenti lavoro anche in mancanza della documentazione giustificativa necessaria. La diffusione di informazioni riservate, coperte da segreto di ufficio. I pagamenti delle tangenti in alcuni casi avvenivano con la classica consegna di denaro contante nel corso di incontri riservati, ma molto più spesso venivano invece mimetizzati attraverso complesse operazioni contabili instaurate tra le società aggiudicatarie dell’appalto e una galassia di altre imprese, intestate a prestanomi, ma di fatto riconducibili ai faccendieri di riferimento per i pubblici ufficiali corrotti. Per rendere ancora più complessa l’individuazione del sistema criminale approntato, gli indagati si erano spinti fino alla creazione di trust fraudolenti, con l’obiettivo di schermare la reale riconducibilità delle società utilizzate per le finalità illecite.

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