Ha risposto al gip Marco Gaeta, Ugo Fiduccia ex direttore generale dell’Ast arrestato nel corso dell’operazione Gomme Lisce della guardia di Finanza. Ha cercato di chiarire la sua posizione nel corso di un lungo interrogatorio difeso dagli avvocati Massimo Motisi e Marco Aricò. Si è difeso su tutti i fronti ad iniziare dalle raccomandazioni politiche.
Ha ammesso di aver ricevuto pressioni per assunzioni operai interinali
L’ex dirigente ha ammesso che ha ricevuto pressioni per assumere gli operai interinali, figure necessarie per far uscire i pullman in giro per la Sicilia e garantire le corse.
Non ha detto al giudice da chi aveva le raccomandazioni, ma ha detto al gip che in Italia da sempre si va avanti così nella scelta degli impiegati. Un costume consolidato a cui certo non poteva opporsi.
Sull’acquisto gomme Fiduccia ha ribadito di difendere interessi azienda
Sul fronte dell’acquisto delle gomme, una delle prime denunce che ha portato i finanzieri ad indagare, Fiduccia ha ribadito con carte alla mano di avere sempre difeso gli interessi dell’azienda puntando sul risparmio. I pneumatici che avrebbe fornito Barone, anche se di prima fascia, si potevano rigenerare solo una volta. Quelli forniti dalle altre aziende tre volte. La scelta era dettata da un unico intento quello di fare risparmiare l’azienda che in questi anni ha cercato solo di rimettere in piedi. Azienda dalla quale voleva andare via e andare in pensione. Il direttore ha presentato nel corso dell’interrogatorio una relazione del 2018 dove chiedeva di essere messo in pensione. Non c’erano quadri e così era costretto a restare.
Anche l’accusa di peculato per l’uso della vettura dell’azienda non regge, secondo il dirigente. È stato prodotto il documento con il quale l’Ast autorizzava Fiduccia a recarsi a casa con l’auto. “Ho 71 anni ed ero stanco di andare avanti e indietro da casa con la mia macchina come ho fatto per anni. Per questo ho chiesto di essere preso e accompagnato a casa”. Ha ribadito punto su punte le contestazioni mosse dal procuratore aggiunto Sergio Demontis e dal sostituto Andrea Fusco Fiduccia avrebbe invece gestito l’azienda in modo privatistica, truccando gare e favorendo gli amici e chiedendo posti per la figlia e il genero.
L’ex direttore non ha negato è stato il fatto di aver cercato di far assumere sua figlia nella “Ali di Sicilia”, la compagnia aerea rimasta solo un sogno, ma costata comunque 70 mila euro alle casse dell’Ast, secondo la Procura. “È stata una mia debolezza di un padre, ma l’azienda era privata”, ha detto Fiduccia al gip. L’ex direttore ha ribadito di non avere mai approfittato del suo ruolo.
Anche sulla questione del revisore dei conti non ci sarebbe stata nessuna volontà di favorire qualcuno. Il revisore dei conti in carica aveva già lavorato al bilancio del 2019. Il lavoro che in questi ultimi anni aveva rivitalizzato un’azienda cotta non poteva essere interrotto.
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