Oltre 500 cause pendenti di fronte al Giudice del Lavoro e spese legali già fatte o programmate per circa 10 milioni di euro. A questo si aggiunge la posizione di 44 lavoratori ex Biosphera e Multiservizi non riassorbiti che hanno già ottenuto un giudizio di ammissibilità dei loro ricorsi dalla Cassazione bussano alla porta portando con se spese legali e per risarcimenti per altri due milioni di euro oltre al rischio di condanne alla riassunzione.
Una situazione “inaccettabile ed inspiegabile” che determina una grave danno per la società e per i lavoratori coinvolti.
E’ la situazione della SAS – Servizi Ausiliari Sicilia (Ente a capitale interamente pubblico – 83% della Regione e il resto suddiviso fra Istituto Zooprofilattico Sperimentale e Aziende sanitarie), di fatto forse la maggiore delle partecipate regionali.
Alla situazione denunciata dai lavoratori e da una interrogazione presentata all’Ars si aggiunge la denuncia di Marianna Caronia che chiede al Governo regionale di intervenire con urgenza.
A determinare tale situazione sarebbe, secondo deputata, la mancata applicazione dell’art. 90 della legge regionale 8 del 2018 – di cui proprio Caronia fu promotrice – che riguardava l’enorme mole di contenziosi pendenti e che prevedeva l’avvio di “percorsi di sottoscrizione di atti di conciliazione con effetti neutrali sull’equilibrio di bilancio della società stessa”.
L’origine delle numero cause pendenti (il totale dei dipendenti SAS è attualmente di 2.000, ndr) è nel fatto che quando si è avviato il processo di dismissione di alcune partecipate (per esempio Biosphera e Multiservizi) non per tutti i lavoratori è stato avviato il transito in SAS.
Un comportamento, quello della Regione, che i Giudici del Lavoro ed i tribunali fino ai massimi gradi di giudizio hanno sempre sanzionato condannando l’azienda non soltanto all’assunzione ma anche al pagamento delle spese legali. Da ultimo la Cassazione ad inizio aprile ha emesso tre sentenze che riguardano 44 lavoratori di ex partecipate dismesse.
Per Marianna Caronia, “non si comprende per quale motivo, nonostante la chiara disposizione di legge e nonostante le cause continuino a vedere la SAS soccombere in tutti i gradi di giudizio, l’azienda continui a tenere un comportamento illogico, che comporta spese legali enormi e non porta alcun risultato se non quello di allungare i tempi di giudizio e quindi ulteriormente gravare sulle casse dell’azienda”.
Per la parlamentare regionale “la mancata applicazione della legge 8/2018 sta determinando un inevitabile aumento della spesa” che “se procurato per incuria può dar luogo al danno erariale”.
Alla luce di tutto questo, Caronia chiede un intervento urgente del Governo regionale “per accertare eventuali responsabilità dell’aumento di spesa pubblica connessa al contenzioso legale della SAS e perché finalmente si faccia un accertamento dei giudizi ancora pendenti ed avviare le proposte transattive che renderebbero giustizia ai lavoratori e ridurrebbero i costi per la società”.
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