Doveva risollevare il turismo siciliano messo in ginocchio dal Covid, SeeSicily ha provocato un buco – dati alla mano – di 10.7 milioni di euro. Si tratta del totale delle spese “rettificate”, e dunque “non ammissibili”, su 33.5 milioni di fondi certificati, che la Commissione Europea non riconoscerà alla Regione. Soldi che però sono già stati spesi. Come del resto ha fatto con un’altra parte di risorse – quasi 10 milioni – non ancora sottoposta a verifica e adesso a rischio di ulteriore taglio da parte di Bruxelles.
Questo stando ai primi numeri ufficiali che La Sicilia ha pubblicato in un articolo dopo la comunicazione che la direzione generale Politica regionale e urbana della Ue ha fatto recapitare all’Autorità di Audit della Regione Siciliana e fra gli altri anche al governatore Renato Schifani.
“Possibile interruzione dei termini pagamento a operazioni SeeSicily”
“Avvertimento di possibile interruzione dei termini di pagamento limitatamente alle operazioni connesse a ‘SeeSicily'”. Questo, con la prudenza tipica del burocratese, è l’oggetto della comunicazione. È il risultato di un attento lavoro di verifica sul sistema dei voucher per pernottamenti e servizi turistici previsti da SeeSicily, messo in discussione dalle istituzioni Ue, che hanno voluto vederci chiaro anche sulle spese per promozione, pari al 63% degli importi certificati dall’assessorato al Turismo.
Appena 1.16% dei 75 milioni stanziati andato ai voucher
Sui 75 milioni stanziati dalla Regione ad aprile 2020 nella cosiddetta “finanziaria di guerra” anti-Covid , appena l’1,16% era andato alla misura principale dei voucher per i pernottamenti nell’Isola, con un investimento spropositato sulla comunicazione “rimodulato” dal governo di Nello Musumeci, con tre delibere diverse, da 4,8 a 23,8 milioni.
Era il 29 marzo dello scorso anno. In questi 13 mesi sono successe tante cose: la proroga dell’iniziativa dell’assessorato al Turismo fino al 31 dicembre 2023 per poter recuperare i soldi già pagati “vuoto per pieno” agli albergatori, ma soprattutto l’”avvertimento” della Dg “Regio” della Commissione Ue al rappresentante permanente dell’Italia a Bruxelles sulla “possibilità che le spese siano connesse a irregolarità con gravi conseguenze finanziarie”.
A giugno 2023, primo riscontro su spese SeeSicily
È il 6 giugno 2023. A quella data c’è già stato un primo riscontro sulle spese di SeeSicily, basato su controlli a campione: “rettificati” (e dunque considerati spese non ammissibili) 1,8 milioni già pagati per i pernottamenti a 680mila euro per i cosiddetti “grandi eventi”. La ricognizione è firmata da Grazia Terranova, dirigente generale dell’Ufficio speciale Autorità di Audit afferente a Palazzo d’Orléans. Un’attività sulla quale il gruppo all’Ars di FdI (lo stesso partito degli assessori al Turismo, dal 2017 a oggi) minaccia subito di chiedere “conto e ragione”. Ma l’Ue pretende “verifiche supplementari”, chiedendo se in SeeSicily “fossero inseriti voucher per stimolare la domanda, circostanza non ammissibile al sostegno del Fers”, ovvero il fondo da cui la Sicilia attinge i soldi. A questo punto partono due trattative parallele.
Una è all’interno dei palazzi della Regione, con Totò Sammartano, influente capo di gabinetto di Schifani, a mediare fra l’intransigenza dei vertici del Turismo, che non vogliono riconoscere le “irregolarità” segnalate dalla commissione Ue, e il dirigente della Programmazione, Vincenzo Falgares, invece consapevole degli errori, impegnato a ridurre il danno al minimo. È proprio Falgares, in veste di autorità di gestione del programma, a gestire l’altro negoziato con l’Ue, spiegando “come il termine ‘voucher’ sia stato utilizzato impropriamente, laddove in effetti gli interventi previsti consistevano nell’acquisto anticipato di servizi turistici a prezzi di mercato da operatori della filiera, nel rispetto del codice dei contratti” e proponendo “una combinazione di misure correttive sulla spesa dichiarata su tutte le operazioni” di SeeSicily, “al fine di garantirne la legittimità”.
Uno spiraglio
Da Bruxelles, il 1° marzo 2024, arriva uno spiraglio: le misure correttive proposte sarebbero “in linea di principio, e qualora applicate nella loro integralità, accettabili”. Ma, per “valutare un possibile ritiro dell’avvertimento”, la si chiede all’Autorità di Audit regionale la verifica dell’”attuazione effettiva delle misure correttive proposte”.
I nodi al pettine
Ed è qui che i nodi vengono al pettine. Perché la “corretta quantificazione delle rettifiche finanziarie” ammonta 8,2 milioni. Sono i conti, al ribasso, della ‘ulteriore spesa inammissibile’, suddivisa per periodi contabili: 2,5 milioni nel 2020/21; 3,9 milioni nel 2021/22 e 1,8 milioni nel 2022/23.
Il riferimento temporale copre la gestione degli ultimi tre assessori meloniani al Turismo: un triennio di Manlio Messina, l’ideatore di SeeSicily, i pochi mesi di Francesco Scarpinato (costretto a lasciare il ruolo dopo lo scandalo sui fondi allegri di Cannes, comunque in parte precedenti alla sua nomina) e la restante parte del 2023, ultimo anno di ammissibilità delle spese di SeeSicily, affidata a Elvira Amata.
La Regione perde i soldi già pagati ad albergatori, agenzie viaggio e tour operator
In pratica la Regione perde innanzitutto i soldi già pagati ad albergatori, agenzie di viaggio e tour operator. Si tratta di 4 milioni di euro dei voucher non fruiti (quasi 60mila sugli oltre 100mila pagati per i pernottamenti), a cui si aggiunge una rettifica lineare del 10% (314mila euro) sui buoni usati dai turisti. Analogo meccanismo per le escursioni e i servizi accessori: 3,2 milioni di spesa inammissibile, di cui più di 3 milioni corrispondono ai voucher non goduti (oltre 33mila sui 54mila comprati dalla Regione dagli operatori turistici) e 186mila euro al taglio del 10% sui servizi effettivamente svolti.
Ed è un calcolo tutto sommato “conveniente” per la Regione, che non perderà tutti i soldi dei bonus (7,1 milioni per i pernottamenti e quasi 5 per i servizi) messi in discussione dall’Ue. E dovrebbe essere considerato un sollievo che la “scure” sui fondi Ue già certificati per la macchina propagandistica di SeeSicily – 2,2 milioni di “vetrine promozionali” e ben 19 milioni di “promozione” – si limiti allo stesso 10%, così come per i 237mila euro di buoni per voli aerei e biglietti di traghetti e aliscafi, sui quali l’Audit ammette di non disporre di “elementi utili ad esprimersi”.
Il conto è salato
Il conto finale è pesante: 8,2 milioni, in aggiunta ai 2,5 già “rettificati”, fanno 11,7 milioni di “spese inammissibili”. Un’amara rivincita per il deputato regionale del M5S, Luigi Sunseri. “A distanza di un anno da quando denunciai il flop di SeeSicily, una misura ideata e gestita dall’allora assessore di FdI, Messina, posso confermare che il quadro che avevo preannunciato è diventato sempre più grave”.
Una misura che, per il grillino presidente della commissione Affari Ue dell’Ars, “ha visto aggiungersi, sulla base degli esiti dei controlli effettuati sulla regolarità della spesa, gravi violazioni del Codice degli Appalti: affidamenti diretti senza bandi di gara, violazione dei principi di trasparenza, concorrenza ed economicità e, in alcuni casi, frazionamenti artificiosi del valore degli appalti”. Segue lo sfogo: “Un anno fa l’assessore mi diede del ‘cialtrone’ e del ‘buffone’, ora le carte e i numeri mi danno ragione, purtroppo per noi. Non ho risposto alle accuse infamanti dell’ex assessore, ma i dati di oggi – scandisce Sunseri – confermano la sua incapacità e il fallimento, ennesimo, del governo Musumeci”.
Cosa succede ora
Che succederà adesso? Nella migliore delle ipotesi la Commissione Ue attesterà l’esito “a prezzi scontati” dell’Audit.
Gli 11,7 milioni di SeeSicily sono già, tecnicamente, “impegni di spesa senza copertura finanziaria”. Per scongiurare un destino ineludibile – e cioè che diventino debiti fuori bilancio che il governo regionale dovrà coprire con un’apposita variazione da far votare all’Ars – qualcuno, dotato di una notevole dote di “creatività finanziaria”, avrebbe proposto di usare il Fsc per recuperarli.
Ma quale dirigente si assumerà, tra l’altro con altre due indagini (una penale della Procura di Palermo e l’altra erariale della Corte dei conti regionale) in corso sui fondi del Turismo, la responsabilità di firmare atti così borderline. Tanto più che per SeeSicily gli esami (e i guai) non sono finiti. Ci sono altri soldi, poco meno di 10 milioni, di “impegni giuridicamente vincolanti” ancora sottoposti a verifiche. E, per il governo Schifani, potrebbe diventare ancora più salato il conto. Finanziario, s’intende. Perché quello politico sembra già essere stato chiuso con un maxi-condono al partito dominante della maggioranza di centrodestra.
M5S Ars, “Ora basta ostruzionismi, il caso venga discusso in aula”
“Ora che sul caso ‘See Sicily’ il buco di oltre 10 milioni è certificato, nero su bianco, nelle carte inviate alla Commissione Europea dall’Autorità di Audit della Regione, non ci sono più dubbi: sulla vicenda, che abbiamo denunciato anche in conferenza stampa e per la quale abbiamo fatto un esposto alla Corte dei conti, avevamo ragione da vendere. Ora basta ostruzionismi, Galvagno convochi la seduta d’aula dedicata all’argomento che gli chiediamo da oltre un anno senza ottenere risposta. E lo faccia con celeritá, dato che gli spazi ci sono e sono pure abbondanti, visto il calendario dell’Ars è stato praticamente svuotato dalle imminenti elezioni europee”. Lo afferma il capogruppo del M5S all’Ars Antonio De Luca.
“È indispensabile – dice Antonio De Luca – un confronto che non sia solo sui giornali, ma davanti a tutta la deputazione regionale e ai cittadini, che devono poter ascoltare l’assessore Amata e Schifani, a cui abbiamo tante cose da chiedere. È una battaglia che va oltre al caso specifico, ma che investe il corretto uso dei fondi europei e nazionali, che devono essere spesi tutti e bene, cosa che spesso il governo Musumeci non ha fatto. Fratelli d’Italia ha ampiamente dimostrato di sapere fare solo disastri, Schifani ne prenda atto e tolga il giocattolo-turismo dalle loro mani”.
Sul caso interviene anche il presidente Cinquestelle della commissione Ue dell’Ars Luigi Sunseri che si è occupato della vicenda ‘See Sicily’ sin dalle prima battute.
“Seguiremo – dice – con molta attenzione la decisione finale della Commissione europea sul caso. Dal canto mio garantisco che la commissione che presiedo vigilerà affinché le spese future dei fondi europei siano fatte in maniera corretta e oculata nell’interesse dei siciliani e delle imprese dell’isola e non come in questo caso, finendo per creare possibili danni al bilancio della nostra Regione. Ora infatti c’è da capire quale sarà l’impatto dell’operazione sui nostri conti e dove saranno reperiti i fondi per coprire gli impegni assunti cui non si potrà fare fronte con le risorse europee”.
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