Buco da 400 milioni alla Regione, caccia alle risorse per mettere l’ennesima pezza ai conti

Addio ai concorsi per assumere nuovo personale in sostituzione, anche se parziale, di chi va in pensione con quota 100. La Regione ci ripensa e vuole utilizzare le somme risparmiate con i pensionamenti, almeno quelli nelle partecipate regionali, per ripianare una parte del nuovo buco di bilancio scoperto nei conti regionali.

Il buco vale 400 milioni di euro ed è frutto di erronee imputazione delle somme nei capitoli della sanità risalenti agli anni ’90. La Regione ha rivisto 30 anni di bilanci per mettersi in regola con le nuove disposizioni di legge e scoperto questo nuovo problema non da poco. Il disavanzo arriva, così a 7,3 miliardi di euro ma per la certificazione dei conti bisognerà aspettare la parifica da parte della Corte dei Conti che non ha ancora convocato l’udienza pubblica che solitamente si teneva a fine giugno o massimo ai primi di luglio ma quest’anno è slittata per effetto di queste verifiche.

Ma i risparmi che arriveranno da quota 100, oltre a dover essere ancora correttamente quantificati, non basteranno a coprire i 400 milioni mancanti. Così dall’assessorato regionale all’economia preparano un piano che passa attraverso l’impiego anche dei maggiori introiti fiscali attesi grazie all’avvio della fatturazione elettronica e poi attraverso nuove imposte e nuovi tagli. Le imposte riguarderebbero le concessioni demaniali dunque i lidi e non soltanto quelli. I tagli, invece, il Trasporto Pubblico locale che appena qualche settimana fa aveva visto ripristinare le risorse destinate al settore dopo mesi di sofferenza e minacce di tagli al servizio e ai livelli occupazioni.

Leggi anche

Un piano straordinario per il Sud, Berlusconi difende la Sicilia, Musumeci e Armao plaudono

Neanche il tempo di avviare l’analisi del nuovo piano che scattano le proteste. In primo luogo proprio il Trasporto Pubblico locale che ricorda che non ci sono i margini per contrarre ulteriormente il finanziamento al settore già troppo ridotto negli ultimi anni. Ma si preparano alla protesta anche i gestori dei lidi e delle aree demaniali che temono un rincaro già da fine stagione o quantomeno dalla prossima.

Ma per sapere quale sarà il destino di tutti bisognerà comunque attendere conti chiari e certificati e poi toccherà al parlamento siciliano tornare per l’ennesima vola sulle questioni economico finanziare alla sua riapertura dopo la lunga pausa estiva

Leggi anche

Nessun rischio default per la Sicilia ma intanto Bruxelles blocca fondi europei per 160 milioni

Leggi l'articolo completo