Lo stupro del branco a Palermo è figlio di una “incultura”. Non nasce da un contesto degradato ma semplicemente “deviato”. Dove non esiste la cultura del lavoro e della meritocrazia, degli obiettivi da rincorrere guadagnandoseli onestamente. I ragazzi del branco erano tutti in contesti di famiglie “normali” dove però c’era il benessere. Oggetti di valore in mano pur senza aver mai lavorato. Possibile frutto di un disvalore che aleggia sullo sfondo. La ricostruzione di questo contesto è quello del procuratore del tribunale dei Minorenni, Claudia Caramanna, intervistata dal Giornale di Sicilia. Nell’intervista tratteggia il quadro proprio del contesto da cui è nata a tremenda violenza sessuale che ha portato ieri alla chiusura del cerchio. In tutto 8 indagati, di cui 3 erano stati arrestato già il mese scorso.
Famiglie che non danno esempi validi
“Queste persone vivono in un ambiente normale, dove non c’è una particolare condizione di degrado – dice testualmente Claudia Caramanna al Giornale di Sicilia -. Per essere chiari i 7 arrestati non sono parenti di delinquenti”. Ognuno di loro però non ha una posizione lavorativa o un’aspirazione di istruzione, ma tutti avevano l’ultimo modello di telefono. “Evidentemente – aggiunge la Caramanna – le rispettive famiglie non si pongono il problema di fornire esempi più validi ai loro figli”.
“Lo stereotipo della donna come oggetto”
Altra intervista del Giornale di Sicilia al docente di Psicologia dinamica a UniPa e direttore del dipartimento di Scienze psicologiche e pedagogiche, Gioacchino Levanco. Anche le sue parole sono significative: “In questi gruppi – ha detto – l’errata decodifica del comportamento è un espediente legale costruito. Non si segnalano casi in cui un comportamento viene letto come non disponibilità ma, guarda caso, sempre al contrario. Nel gruppo torna lo stereotipo del possesso, della donna come oggetto, della brutalità sessuale evocata da falsi miti e spesso cantata dai rapper. Dovremmo interrogare la nostra società occidentale su questo paradossale processo. Che, accanto alla costante liberazione delle donne dagli stereotipi, li vede riemergere nelle nuove generazioni. E con maggiore violenza”.
Le indagini
Sulla base delle indagini gli 8 ragazzi avrebbero violentato a turno una giovane palermitana portata in una zona appartata nel centro di Palermo. La violenza sarebbe avvenuta lo scorso 7 luglio. Le indagini sono scattate dopo la denuncia della vittima che ha raccontato ai militari la storia dell’orrore c on i dettagli dell’aggressione subita. Secondo quanto si apprende i sette presunti violentatori l’avrebbero portata nella zona del Foro Italico e lì alcuni di loro avrebbero abusato di lei.
Chi è la vittima
La vittima dello stupro di gruppo è una ragazza di 19 anni. Insieme ad alcuni amici coetanei aveva trascorso la serata alla Vucciria, uno dei luoghi più affollati e frequentati della movida palermitana. Il gruppo di amici aveva bevuto e anche tanto. Nel corso della notte la giovane è stata portata nella zona del Foro Italico. Qui a turno alcuni dei sette coetanei con cui ha trascorso la serata l’avrebbero violentata. La giovane ha avuto la forza di raccontare quanto successo lo scorso 7 luglio. Un racconto drammatico che ha permesso ai militari di ricostruire quanto successo e i giovani che hanno violentato la ragazza.
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