“I braccialetti elettronici anti stalking si stanno rilevando inefficaci e mettono a rischio le vittime. Drammatici casi recenti hanno evidenziato come il malfunzionamento dei braccialetti elettronici avuto conseguenze fatali.
Due esempi emblematici sono il femminicidio di Roua Nabi, avvenuto a Torino nella notte tra il 23 e il 24 ottobre 2024, e quello di Celeste Palmieri, uccisa il 18 ottobre a San Severo (Foggia). Entrambe le vittime erano protette da misure cautelari che prevedevano l’uso dei braccialetti elettronici, risultati però inefficaci nel prevenire esiti fatali”.
Lo dice la presidente di Codacons Donna Federica Prestidonato che sottolinea che i malfunzionamenti segnalati quotidianamente riguardano sia le vittime sia i destinatari delle misure cautelari. Le criticità principali includono disconnessioni, errori di segnalazione e ritardi nell’attivazione degli allarmi. Già lo scorso anno, l’Usmia Carabinieri aveva sollevato il problema, informando il Governo delle gravi lacune del sistema.
“Occorre una verifica immediata delle responsabilità legali dei fornitori e degli enti committenti – continua Prestidonato – La protezione delle vittime non può essere compromessa da tecnologie inaffidabili. Si richiede quindi interventi urgenti per migliorare l’efficacia dei dispositivi di monitoraggio elettronico, proponendo una revisione tecnica per garantirne il corretto funzionamento, controlli rigorosi su qualità e affidabilità dei fornitori, l’introduzione di tecnologie più avanzate per ridurre i malfunzionamenti, l’attribuzione di responsabilità legale a fornitori ed enti in caso di inefficienze e il rafforzamento delle risorse umane e tecnologiche dedicate alla gestione delle misure cautelari”.