Anche quest’anno, l’ordinanza anti-botti funzionerà l’anno prossimo. La notte di Capodanno a Palermo si è contraddistinta per la solita deflagrazione di petardi e giochi d’artificio in tutta la città. Una lunga notte per gli amici a quattro zampe, impauriti dai forti rumori, e per i relativi proprietari, costretti a calmare i poveri animali. L’atto emanato da Roberto Lagalla qualche giorno fa per contrastare il fenomeno ha fallito nella sostanza, così come quello dello scorso anno voluto dal suo predecessore Leoluca Orlando e come quelli pubblicati da alcuni colleghi sindaci. Senza una controparte sul territorio infatti, ogni documento formale emesso rischia di trasfomarsi in una mera comparsata di diritto.
Sono davvero tante, forse troppe, le violazioni all’ordinanza. A dimostrarlo, laddove ce ne fosse bisogno, i tanti video pubblicati sui social. Uno di questi ritrare il capoluogo siciliano illuminato come non mai dai giochi d’artificio, con vere e proprie esplosioni a corredo dell’evento. Atti d’inciviltà iniziati già al calare del sole e proseguiti per buona parte della nottata. Tanti i rivenditori abusivi segnalati nelle strade del capoluogo siciliano, intenti ad offrire alla “clientela” ogni qualsivoglia genere di petardo. Tutto con buona pace di cani e gatti, intenti a nascondersi sotto i letti o, nel caso dei randagi, in rifugi di fortuna.
Una tradizione vestigale e difficile da estirpare quella dei giochi d’artificio, rappresentata dall’enorme stuola di petardi esplosi che si può rintracciare in strada. Ore, quelle del Capodanno, nelle quali non si è visto un pedone per strada visto che, passeggiare sotto ai balconi, poteva essere davvero un terno al lotto. Un po’ come accadeva al ragioniere Fantozzi e ai suoi colleghi durante il veglione di San Silvestro truccato dal maestro Canello. Ma lì si trattava di una pellicola cinematografica, qui della nuda e cruda realtà.
Al di là delle sofferenze patite dagli amici a quattro zampe, tale fenomeno provoca molte altre conseguenze. Fra questi, gli incendi. E’ stata una lunga notte per i vigili del fuoco di Palermo impegnati in decine di interventi nelle zone periferiche di Palermo per roghi ai cassonetti di rifiuti. Fiamme innescate dal lancio di petardi all’interno dei contenitori. E’ stato questo il passatempo per i giovanissimi, in molti casi visti e segnalati alle forze dell’ordine.
Si contano almeno una quindicina di incendi a cassonetti nel corso dell’intera nottata. Un po’ in tutte le periferie di Palermo si sono verificati roghi. Da Brancaccio allo Zen, passando per Bonagia e l’Uditore. Ovunque i pompieri hanno dovuto spegnere questi incendi provocati dallo scoppio dei petardi. La gente che segnalava questi roghi ha chiaramente detto di aver visto dei ragazzini gettare all’interno del cassonetto giochi pirotecnici. La fiammata del petardo ha finito per provocare le fiamme.
La violazione dell’ordinanza, in vigore fino al 6 gennaio, comporta l’applicazione di sanzioni amministrative tra 500 e 5.000 euro. Ciò “oltre al sequestro del materiale pirotecnico utilizzato o illecitamente detenuto e la successiva confisca, fatte salve, inoltre, eventuali e ulteriori sanzioni penali e amministrative disposte dalla normativa vigente”.
Inoltre, se la trasgressione dell’ordinanza viene commessa “in un luogo dove sia adunanza o concorso di persone, la pena è dell’arresto fino a un mese”. Previsioni confermate nell’ambito del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza. Quanto avvenuto ieri sera però conferma che il solo effetto deterrente non basta se non affiancato da un’attività di controllo capillare sul territorio. Nessuno si aspetta certamente di vedere il primo cittadino in strada insieme ad una stregua di vigilantes per far rispettare la legge, ma è evidente che serve una maggiore organizzazione sul piano della prevenzione. Anche quest’anno, dalla “guerra” è tutto. A voi la linea.