Due edifici distrutti e 26 cadaveri rendono “Borodianka la peggiore città in termini di distruzione e in termini di incertezza sul numero di vittime”, lo ha affermato il procuratore generale ucraino Iryna Venediktova.
Victoria Koval ha affrontato un lungo viaggio, è arrivata in Sicilia insieme al figlio. “I nostri bambini dormivano nei bunker. Noi ascoltavamo gli spari e le esplosioni dalla mattina alla sera. Senza un attimo di tregua”.
Oggi ha trovato ospitalità a Palermo nel Centro di Spiritualità dei Frati Minori di Sicilia di Baida. Il centro accoglie già una trentina di profughi fuggiti dall’Ucraina. Tanti i volontari che aiutano fra Loris D’Alessandro, incaricato a gestire quest’accoglienza dal provinciale fra Antonino Catalfamo. “Quando siamo arrivati qui, mio figlio ha detto, mamma guarda c’è il sole, ci sono gli uccelli, tutto tranquillo, nessuno spara”, racconta Victoria. “Ho saputo dell’inizio del conflitto da una telefonata che è giunta nel cuore della notte”, continua, spiegando di essere stata salvata da quello squillo familiare: “mia sorella mi ha chiamato, dicendo di sbrigarmi perchè era iniziata la guerra. Così ci siamo vestiti e siamo scappati subito. Soltanto il tempo di prendere i documenti”.
Nei ricordi di Victoria c’è il color arancione. Che non è quello della rivoluzione colorata del decennio scorso. “Il cielo anche di notte era color arancione, per le esplosioni che si susseguivano una dietro l’altra. L’attacco è partito anche dal confine con la Bielorussia, Sono passati dalla città dove vivo perchè è sulla strada che porta a Kiev”.
Victoria ci mostra immagini di Borodianka dal suo smartphone: interi quartieri sono stati sventrati e anneriti dai combattimenti.
“Qui stiamo bene, è tutto tranquillo ma noi vogliamo tornare in Ucraina, la nostra casa è in Ucraina”, conclude Victoria. La rete dei frati minori siciliani oltre ad offrire ospitalità a chi scappa dalla guerra, ha lanciato una raccolta fondi per i profughi. Per i frati, “stiamo assistendo a una gara di solidarietà per i profughi”.