Si dimette il sindaco di Borgetto Luigi Garofalo ma al contempo lascia aperti ampi spiragli. Potrebbe ripensarci, ha infatti 20 giorni di tempo per poterlo fare come gli consente la legge. Dopodichè dovrà prendere una decisione definitiva ma l’impressione è che Garofalo sia tutt’altro che convinto ad andare via: “I margini ci sono, ci sono stati e ci sarebbero ancora – sostiene -. Io non cambio idea autonomamente, ma sono pronto al confronto senza alcuna sorta di tatticismi. Se dovesse nascere un confronto con i consiglieri comunali e venisse fuori qualcosa di diverso allora sì”.
Il consiglio comunale spiazzato
Ieri sera si sarebbe dovuta discutere la mozione di sfiducia che sulla carta non avrebbe alcun problema ad essere approvata. Di voti per approvarla, e mandare a casa sindaco, giunta e assise, ne basterebbero 8 ma addirittura i firmatari del documento per la discussione sono stati ben 9. Eppure nelle ultime 48 ore qualcosa ha cominciato a vacillare, i telefoni dei consiglieri hanno squillato a vuoto. All’improvviso alcuni hanno preferito la via del silenzio dopo aver esternato in modo baldanzoso il loro “sì” alla sfiducia senza se e senza ma. Quando si dice la potenza della politica… sottobanco. In apertura di seduta il sindaco si è alzato ed ha detto: “Ci sono troppe tensioni e per senso di responsabilità mi dimetto”.
Acque agitate
Chissà, forse non proprio tutti sono rimasti spiazzati dai banchi dell’opposizione. Il consiglio è stato sospeso per 10 minuti, sospensione che è andata ben oltre in realtà. I 9 consiglieri si sono chiusi in una stanza al primo piano del municipio, sono volate parole grosse. Il Pd, che conta 2 consiglieri comunali, avrebbe detto di non sentirsela in questa situazione di pugnalare il sindaco. Quasi come se volesse fare un’azione caritatevole. Con il gruppo del Movimento 5 Stelle, composto da 4 esponenti, sono state a questo punto scintille. “Dobbiamo votare la sfiducia, andare avanti, ma cosa state dicendo” ha detto una delle consigliere grilline. Fatto sta che dopo la sospensione in pochi si sono ripresentati in aula e la seduta è stata spostata di un’ora. Dopo un’ora stessa storia: nessuno è rientrato in aula, non c’era il numero legale e tutto è stato rimandato a questa sera.
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