Lascia l’incarico di assessore al Comune di Borgetto, dopo neanche due mesi dall’investitura, Nunzio Oliveri. Sarebbe stato costretto, sostiene lui stesso, dal fatto che non avrebbe potuto ricoprire l’incarico perché andato in pensione con “quota 100” e non ha ancora raggiunto l’età pensionabile. Secondo quanto evidenzia lo stesso Oliveri, anche se ci sono dei dubbi interpretativi in tal senso, normativamente non avrebbe potuto prendere l’incarico di assessore con retribuzione perché ha usufruito della “quota 100”.
Ma allora perché lo scorso 30 marzo si è insediato? “In realtà mi ero informato con gli uffici comunali – afferma Oliveri – i quali mi avevano detto che non c’era alcun problema ostativo a poter ricoprire l’incarico nonostante la mia pensione con quota 100. Adesso sono venuto a sapere che in realtà non avrei potuto ricoprire quell’incarico. Per questo ho deciso di dimettermi. Non c’è alcun dissidio con il sindaco o i miei ex colleghi di giunta, anzi ho detto loro che resto a disposizione da esterno per qualsiasi collaborazione o sostegno”.
Oliveri ha già lasciato la giunta da qualche giorno anche se la notizie è trapelata solo in queste ore. Il sindaco Luigi Garofalo si ritrova adesso con una nuova patata bollente perché la scelta del sostituto può creare malumori ai già fragilissimi equilibri politici in seno all’amministrazione borgettana. Al momento quindi il governo cittadino è senza plenum.
Borgetto è stata attraversata da una pesantissima crisi politica che si è trascinata per un anno. Solo lo scorso 30 marzo, con un’operazione da totale ribaltone politico, Garofalo è riuscito a superare i problemi interni. In pratica ha ritrovato l’accordo con il Partito Democratico, con cui si erano registrate pesantissime frizioni, e ha intruppato il gruppo di ben 4 consiglieri del Movimento 5 Stelle, che sino a quel momento erano stati fermamente in opposizione. Oggi i grillini hanno due assessorati su quattro e il Pd ha piazzato un suo uomo, Alessandro Santoro, alla presidenza del consiglio.