Sulla rampa di lancio la chance per tre milioni di lavoratori autonomi di richiedere l’indennità “anti-inflazione” da 200 euro, introdotta dal primo decreto Aiuti del governo di Mario Draghi: lunedì 26 settembre, infatti, dalle ore 12, sarà possibile presentare domanda online, sul sito dell’Inps e su quelli delle Casse previdenziali private dei liberi professionisti, a seguito della pubblicazione in Gazzetta ufficiale del provvedimento attuativo della misura.
Bonus 200 euro, come richiederlo
E, sebbene il ‘click day’ scatterà all’inizio della settimana, ci sarà tempo fino al 30 novembre prossimo per depositare l’istanza. Il bonus è riservato a quella fascia dell’occupazione indipendente del nostro Paese che, nell’anno d’imposta 2021, non ha superato i 35.000 euro di reddito complessivo; esclusi i pensionati con la medesima ‘soglià reddituale, perché hanno già ricevuto i 200 euro con la mensilità di luglio.
Bonus 200 euro, i requisiti
Altro requisito necessario per godere del beneficio è l’aver effettuato, entro la data di entrata in vigore del decreto (il 18 maggio scorso), almeno un versamento, totale e parziale, per la contribuzione dovuta, a decorrere dall’anno 2020.
Le domande potranno essere inviate esclusivamente mediante procedura telematica (in linea con il sistema realizzato in occasione della distribuzione dell’indennizzo trimestrale da 600/1.000 euro, allo scoppio della pandemia da Covid-19, due anni fa), accedendo alla propria area personale sul portale dell’Inps, o su quello della Cassa privata, utilizzando codice meccanico e
pin e allegando copia di un documento d’identità e del codice fiscale.
Bonus 200 euro, le novità del decreto Aiuti Ter
Inoltre, l’Adepp, l’Associazione degli Enti previdenziali, appresa la novità del decreto Aiuti ter approvato nell’ultimo Consiglio dei ministri, che fissa un ‘bonus’ aggiuntivo di 150 euro per i lavoratori autonomi con redditi dai 20.000 euro in giù percepiti nel 2021, ha annunciato l’aggiornamento della procedura informatica allestita per la richiesta del sussidio da 200 euro, «tenendo conto del doppio ‘tettò reddituale dei potenziali aventi diritto».
L’indennità “Una tantum”
L’indennità “una tantum” per alleviare gli effetti del “caro-vita” (un aiuto che, va ricordato, non costituisce reddito ai fini fiscali, né per la corresponsione di prestazioni previdenziali ed assistenziali, ndr) si avvale di uno stanziamento complessivo di 600 milioni, di cui 95,6 dedicati riservati alla platea dei professionisti, somma che l’Adepp ritiene sia sufficiente a pagare l’indennità ai 477.000 fruitori stimati.
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