“C’è un’indagine in corso non posso rilasciare dichiarazioni”. La dirigente Maria Letizia Russo della scuola secondaria di primo grado Vittorio Emanuele Orlando di Palermo non parla della vicenda dell’alunno di 13 anni che si è tolto la vita pare perché vittima di bullismo. Maria Letizia Russo dirige da due mesi la scuola.
E’ stata lei dopo che ha saputo della morte del ragazzo a decidere di chiudere la scuola per un giorno. Oggi nelle classi non c’è nessuno. Troppo dolore per i ragazzini che conoscevano il compagno.
Domani il ritorno in classe
Domani torneranno in classe. Mancherà la classe dell’alunno morto. Ci saranno i funerali al cimitero dei Rotoli e i compagni e gli insegnanti daranno l’ultimo salto. Il ragazzino avevano frequentato la prima media alla scuola Pecoraro. Poi si era trasferito alla Vittorio Emanuele Orlando. Lo scorso anno aveva avuto un colloquio con lo psicologo.
“E’ prassi quando un alunno viene da un’altra scuola”. Mercoledì 15 novembre era fissato un altro colloquio con lo psicologo. “Il ragazzo era integrato a scuola – raccontano a scuola – Andava anche bene aveva buoni voti”. Al momento nessuno parla di quanto fosse triste la vita dell’alunno. Pare deriso per il suo orientamento sessuale. Al momento dalla scuola nessuna conferma. Saranno i carabinieri che hanno in mano il cellulare e il computer del ragazzo a stabilire se quello che si racconta nella chat tra alunni e genitori sia vero.
Equipe inviata dall’Ufficio scolastico regionale
“Nell’attesa che siano approfondite le circostanze connesse al tragico evento accaduto ad un alunno della Scuola secondaria di primo grado di Palermo, già da domani mattina gli esperti del servizio psicopedagogico e di ascolto dell’Usr Sicilia si recheranno presso la scuola e avranno il delicato compito di ascoltare, accompagnare e supportare alunni, docenti e famiglie in questo delicato momento” fanno sapere, intanto con una nota diffusa dall’ufficio scolastico regionale della Sicilia sulla vicenda dello studente tredicenne che si è tolto la vita, forse perché vittima di bullismo.
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