“Sto per emanare una norma d’urgenza che consenta ai lavoratori di Blutec di avere ancora la cassa integrazione, sperando di trovare nuovi investitori in una zona non semplice”.
Lo anticipa il vicepremier e ministro, Luigi Di Maio, a margine della giornata di formazione dei navigator.
“Termini Imerese era lo stabilimento Fiat più a Sud d’Italia, poi la Fiat andò via e decise di lasciare Blutec che doveva fare auto elettriche, ma la magistratura bloccò tutto e fece anche degli arresti“, ricostruisce Di Maio ricordando di aver modificato la legge per dare la cig fino a giugno ai lavoratori.
Di Maio sottolinea poi che, oltre ai 150 tavoli di crisi al ministero dello Sviluppo, deve risolvere anche “le crisi cosiddette risolte da quelli di prima, che hanno affidato gli stabilimenti a gente finita in mano alla magistratura“, e ha citato Mercatone Uno dove “chi ha firmato ha fatto una scelta scellerata”.
Intanto gli operai Blutec senza cassa integrazione sono tornati a protestare. Due giorni fa, un operaio di 52 anni, Vito La Mattina, ha piazzato una tenda davanti lo stabilimento. Ai cronisti ha esternato tutta la propria disperazione: “Sono rimasto senza nulla, non ce la faccio più – ha detto – voglio tornare a lavorare”.
Il 26 luglio, i finanzieri del Nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Palermo, nell’ambito di indagini coordinate inizialmente dalla Procura della Repubblica di Termini Imerese e trasferite, per competenza territoriale, alla Procura della Repubblica di Torino, hanno dato esecuzione ad un nuovo decreto di sequestro preventivo per 16 milioni di euro emesso dal gip torinese, nei confronti della Blutec spa, di Cosimo Di Cursi e Roberto Ginatta, già rispettivamente Amministratore Delegato e Presidente del Consiglio di Amministrazione della società.
I sindacati di categoria hanno più volte espresso la loro preoccupazione per le vicende legate a Blutec denunciando “il silenzio delle istituzioni“.