Con i fondi del Recovery possibile sbloccare le assunzione nella pubblica amministrazione e dare ai Comuni una boccata di ossigeno grazie a forze fresche. Lo dicono gli amministratoli locali riuniti sotto la sigla dell’Asael.
“È quanto mai necessario superare il blocco delle assunzioni nei Comuni; altrimenti spendere le risorse del Recovery fund sarà impossibile”. È questo il monito del presidente dell’Asael, Associazione siciliana degli amministratori degli Enti locali, Matteo Cocchiara alla fine del webinar che l’associazione ha dedicato al tema del blocco delle assunzioni nei Comuni.
“Dall’anno scorso – spiega Cocchiara -, lo Stato ha praticamente bloccato le assunzioni con una normativa molto rigida che limita le nuove assunzioni a ferrei parametri di bilancio, mentre quest’ultimi sono sempre più in rosso. Come se non bastasse, poi, a lasciare il posto di lavoro, anche grazie a “Quota cento”, sono state soprattutto figure apicali e tecnici. I Comuni sono così privi del personale necessario per portare avanti l’ordinario”. Per l’associazione, regole così stringenti non si coniugano con il momento che il paese si prepara a vivere. “Il presidente del Consiglio Draghi – aggiunge il rappresentante degli amministratori – ha annunciato che i Comuni saranno i principali responsabili dell’attuazione del Recovery Plan. Questo è in sé positivo ma – continua – le assunzioni straordinarie disposte dallo Stato non possono bastare a rendere efficiente un meccanismo che senza i necessari ingranaggi rischia di saltare del tutto. Per questo occorre sospendere le restrizioni che bloccano le assunzioni”.
Fra i temi oggetto del seminario a cui sono intervenuti gli esperti di personale, Arturo Bianco e Gaetano Aiello, c’è anche la norma che autorizza la stabilizzazione degli Asu nei Comuni disposta dall’ultima legge di stabilità approvata dall’Ars. “La norma – è il commento di Matteo Cocchiara – è decisamente positiva. La Regione deve però impegnarsi a finanziare con più risorse la misura. I dieci milioni stanziati infatti non basteranno a rendere strutturale la soluzione al precariato offerta dalla nuova normativa”.