C’eravamo tanto amati, prima del teatro Biondo. Ma come tutte le storie d’amore anche questa finisce. come è finita quella con i protagonisti della scalata di Leoluca Orlando a sindaco delle passate come di questa esperienza.
Così anche con l’amico Roberto Alajmo, giornalista Rai, amici e poi direttore del Teatro Biondo per volere anche e soprattutto del sindaco. Alajmo si è dimesso sbattendo la porta, lo ha fatto dopo aver denunciato di essere senza fondi ma rimanendo inascolato, lo ha fatto, dicono i bene informati, per l’ingerenza della politica nelle scelte artistiche ma oggi Orlando lo attacca con veemenza e senza mai nominarlo direttamente, senza mai lanciare una accusa chiara e precisa: come si fa con i nemici giurati.
“Finalmente anche al Teatro Biondo si affronta il tema della sostenibilità – scrive il sindaco – e si gettano le basi perché anche questo Teatro, come altre importanti istituzioni culturali della città, affianchi alla indiscutibile qualità artistica anche la capacità di autofinanziamento ed una adeguata gestione del denaro pubblico”.
“Altre esperienze della città di Palermo – continua il primo cittadino del capoluogo siciliano – ci insegnano che quando la gestione oculata, l’assunzione di responsabilità dei sindacati e dei lavoratori e il sostegno della parte pubblica si uniscono, non solo la qualità culturale e artistica non ne risente, ma l’efficienza della spesa diventa attrattrice di sponsor e, paradossalmente, genera nuova economia e nuovo sviluppo”.
Nulla è detto chiaramente ma l’accusa mossa sembra quella di non aver saputo gestire le risorse, di non aver garantito una produzione di qualità, di non aver profuso impegno per l’autofinanziamento del teatro.
Orlando sottolinea come “Il Teatro Biondo è una importante partecipata del Comune e come le altre partecipate deve garantire non solo qualità di servizi e di produzione, in questo caso culturale, di qualità certamente ma deve anche garantire che il denaro pubblico ricevuto sia usato in modo oculato. Il Comune ha letteralmente salvato dalla bancarotta il Biondo tre anni fa e non può restare inerme a guardare il ripetersi di situazioni non adeguate alla qualità che la città si aspetta da un teatro pubblico”.
Infine, il sindaco ribadisce che “Deve essere possibile – e qui continua l’impegno dell’Amministrazione comunale – che si coniughi qualità di produzione e di organizzazione con assunzione di responsabilità di tutti anche sotto il profilo economico-finanziario .Il CdA del Teatro ha colto proprio ieri la indicazione anche di recente confermata dei soci pubblici Comune e Regione e finalmente si è deliberato di predisporre un piano organico che confermi presenza e qualità di un Teatro pubblico a Palermo. Insieme si può”. Insieme ma senza più Alajmo sembra proprio di capire.
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