“E’ un bilancio in rosso quello che si registra, a vendemmia in corso, nella parte meridionale del Trapanese e nel Palermitano”. E’ quanto si afferma in una nota della Cia Sicilia occidentale.
“Il calo del raccolto – prosegue la Cia – in entrambe le province va comunque di pari passo con un aumento della qualità delle uve per la produzione di vino. In provincia di Trapani, le stime di qualche settimana fa, che facevano ben sperare, hanno ora lasciato il posto a una realtà ben diversa a causa di vari fattori che nelle zone di Marsala, Mazara, Campobello, Salaparuta e Poggioreale hanno portato a un calo di produzione che tocca il 60%”. Ciò a causa “della totale assenza di piogge in alcuni mesi invernali e del caldo torrido nella parte finale di luglio e poi in agosto, che ha fatto diminuire drasticamente il peso dei grappoli”.
Il caldo, inoltre, è stato preceduto, tra giugno e luglio, anche da un massiccio attacco di peronospera, che ha ulteriormente abbassato le rese, soprattutto per le uve coltivate in biologico, già condizionate dalla “vendemmia verde”.
Tra i vitigni più colpiti, il Nero d’Avola, Syrah e Merlot. Un pò meglio, invece, è andata ai bianchi Grillo e al Catarratto. La provincia di Trapani, la più vitata d’Europa, sottolinea la Cia, “quest’anno si presenta sul mercato ‘zoppa’ di una parte consistente della sua abituale produzione”. E’ andata meglio sul versante nord orientale, nel triangolo compreso tra Alcamo, Castellammare del Golfo e Calatafimi (calo medio del 10%), mentre nelle terre confinanti della provincia palermitana, come Partinico e San Giuseppe Jato, in media il calo è del 30%.