Sale la tensione e lo scontro sul bilancio di previsione e finanziaria regionale siciliana. A fare crescere la tensione anche la frase di Enrico Letta che a Palermo ha sostenuto che anche parte del centrodestra pensa che la giunta Musumeci “fa schifo”
In aula e a margine della discussione sulla finanziaria che vede tagli fino al 40 della spesa dalle opposizioni sono arrivate parole dure. Il deputato Pd Antonello Cracolici ha parlato di una finanziaria che sarà ricordata come il documento “dei giardinetti e dei tavoli di Musumeci”
“Trovo questi toni assolutamente fuoriluogo. Non si può dire all’avversario che fa schifo” dice Armao ai microfoni di BlogSicilia “ma trovo assurdo che ci si divida su temi che riguardanmo la Sicilia e che devono essere patrimonio di tutti”.
“La Sicilia ha sofferto più di altri una crisi dell’economia dovuta al Covid19 e poi alla guerra e continua a soffrirla e questo ha causato una contrazione delle entrate tributarie. Non c’è dubbio che le minori entrate vadano coperte e non credo che ci si possa dividere su questo che sono numeri e fatti, necessità per la Sicilia”
“A fronte delle minori entrate tributarie, però, abbiamo ottenuto 211 milioni di euro da Roma che di fatto rappresentano il dimezzamento della copertura necessaria. Ma non ci siamo solo affidati alla trattativa con lo Stato. Abbiamo reperito nella notte 200 milioni di euro nelle pieghe del bilancio e fra i risparmi e potremo destinarli agli articoli 23 e 24 di fatto dando ossigeno a Teatri e Comuni ed enti Locali in generale”
“Dobbiamo ricordare, poi tutte le attività che sono state fatte per migliorare i conti della Regione. Abbiamo ottenuto una riduzione del contributo al risanamento della finanza pubblica che vale 600 milioni che al Sicilia non deve versare; altri 633 milioni di risparmio si sono concretizzati attraverso la rinegoziazione dei mutui. Ancora 200 milioni sono frutto del lavoro fatto sui derivati”
“Questi sono temi sui quali non ci si può dividere – conclude Armao – su altro è possibile un confronti civile, anche ideologico. Ci si può confrontare in parlamento. basta usare toni adeguati”