Il missionario laico palermitano Biagio Conte è stato ricoverato in ospedale a Palermo e c’è preoccupazione per le sue condizioni.
Gli auguri di pronta guarigione di Lagalla
“Sto vivendo momenti di apprensione per lo stato di salute di fratel Biagio Conte. Da parte mia l’augurio di una pronta guarigione e il messaggio di sostegno e di forte vicinanza al missionario e ai suoi fratelli della Missione Speranza e Carità che da anni, senza mai risparmiarsi, si prendono cura delle donne e degli uomini più in difficoltà di Palermo. Tengo anche a ringraziare i medici e gli infermieri che in questo momento si stanno prendendo cura di Biagio Conte”.
Lo ha dichiarato il sindaco di Palermo Roberto Lagalla.
La Missione in preghiera per lui
Sulle sue condizioni di salute c’è il più stretto riserbo. Dalla Missione Speranza e Carità fanno sapere: “Preghiamo per lui, siamo in attesa di notizie ufficiali. Al momento sappiamo che sta facendo accertamenti”.
Chi è Biagio Conte, una lunga storia di solidarietà
La notizia del ricovero era trapelata sui social. In molti avevano segnalato che le condizioni salute Fratel Biagio erano peggiorate. Biagio Conte, oggi 58enne, è il fondatore della Missione Speranza e Carità, nata nel 1991 sotto i portici della Stazione Centrale di Palermo, con l’obiettivo di aiutare gli “ultimi” della società.
Oggi la Missione opera in nove comunità, destinate all’accoglienza di uomini e donne in difficoltà, migranti e molte mamme con bambini.
Le strutture si trovano a Palermo e in provincia.
Tante le battaglie di Biagio Conte
Sempre con la corona del Rosario tra le mani, negli anni Biagio Conte ha condotto innumerevoli battaglie a difesa dei poveri, degli emarginati, di coloro che sono dimenticati, e per diffondere messaggi positivi di pace e solidarietà.
Ha condotto tante “proteste” che lo hanno portato a lunghi periodi di astinenza dal cibo.
Lo scorso luglio, quasi un anno fa, si era ritirato in una grotta in provincia di Palermo per pregare contro tutte le ingiustizie e le guerre.
Fino al 7 febbraio a sostenerlo solo pane e acqua, e poi aveva proseguito nutrendosi solo di acqua ed eucarestia. Nel mese di marzo, dopo circa nove mesi di semidigiuno e tanta preghiera, il suo corpo non era stato più in grado di continuare la penitenza. Molto debole, allo stremo delle forze, era stato molto male e aveva così interrotto il digiuno.
Aveva lasciato la grotta in cui si era ritirato ed era stato accompagnato nelle vicinanze in una stanza di un piccolo Santuario dedicato alla Madonna in provincia, dove giorno e notte era stato monitorato dai medici, prima di tornare alla Missione.
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