“Un piano quinquennale  per potenziare quello che è stato fatto e per aprire nuove strade, perché questo Ente sia sempre più luminoso e si continui nell’opera di internazionalizzazione del Teatro Massimo”. Marco Betta lancia il suo progetto con vista sul futuro, in occasione della sua prima uscita da Sovrintendente confermato alla guida del Teatro Massimo. La nomina del Ministro Giuli è arrivata nell’ultima decade di novembre. Adesso si riparte, con l’idea di un teatro come spazio aperto per la città, una casa delle culture che crei contaminazione, diffonda arte e speranza e racconti di Palermo in Italia e nel mondo: è questa in sintesi la visione offerta da Betta per il Massimo che verrà.

Un Teatro aperto alla società e alla scuola

Mentre il sovrintendente racconta ai giornalisti la sua idea di cultura, il Teatro è in pieno fermento. Nelle salette più piccole è tutto pronto per la messa in scena di un’opera che racconta del giovane “Amedeus”. Al Teatro Massimo è sempre viva l’attenzione al mondo delle scuole. Ogni giorno, decine di scolari salgono sulle scalinate del Massimo costeggiando i due leoni rampanti. Sul palco centrale, invece, si lavora a tutto spiano per farsi trovare pronti per la prima dello “Schiaccianoci”. E’ già tutto sold out.  Una ripartenza, dunque, con Betta più determinato che mai: “c’è moltissimo da fare, c’è da aprire sempre più il teatro al pubblico, alla gente, c’è da portare la cultura dappertutto, la cultura musicale. Perché il teatro è una macchina viva e la sua vitalità si esprime quando abbiamo la possibilità di immergerci in un’opera, in un balletto. Sono momenti che diventano un riflesso stesso della nostra esistenza”.

Una petizione online per confermare Betta

Quello di Marco Betta con il Teatro Massimo di Palermo è un connubio che va avanti da oltre 30 anni. Dal 1994 al 2002 Betta è stato direttore artistico del teatro. Poi, nel febbraio del 2022 arriva la nomina a sovrintendente. Con il mandato di Betta in scadenza, inizia il risiko delle nomine in salsa politica. Il suo ruolo verrà messo in discussione. Non si discute sull’uomo o sul professionista, ma la scelta rischia di cedere sulla linea del bilancino politico, una sorta di Manuale Cencelli da applicare alle nomine di “sottogoverno”. La città si mobiliterà per sottrarre la Fondazione Teatro Massimo a quei meccanismo e verrà chiesta a gran voce la conferma del compositore alla guida dell’ente. Verrà lanciata anche una petizione online per confermare il Sovrintendente: “Sono stato letteralmente travolto dall’affetto e dall’amore della gente, del pubblico e dei lavoratori, le donne e gli uomini del Teatro. E’ stato uno dei momenti di commozione più grande della mia carriera artistica”