“Gestione dei beni culturali in Sicilia al collasso”. Il sindacato Sadirs chiede un incontro urgente all’assessore regionale Alberto Samonà spiegando che “la carenza di personale è ormai cronica” e che “il riordino dei servizi e delle unità operative è stato dettato solamente da calcoli matematici nel nome della “spending review” e ha aggravato la situazione”.
“Soprintendenze svuotate”
In una nota a firma di Peppino Salerno e Pippo Di Paola, il Sadirs ricorda che “non si è mai parlato delle grandi dimensioni e della mole di lavoro a cui è chiamato il personale sul territorio. L’ulteriore accorpamento delle Unità operative, come la paesaggistica o l’architettonica per le Soprintendenze, non ha tenuto conto che le stesse sono oramai state svuotate di personale qualificato”.
Fruizione e della vigilanza dei nostri beni
“Altra considerazione va fatta per la gestione della fruizione e della vigilanza dei nostri beni, anche questo comparto, oramai ridotto al lumicino, non riesce a sopperire alle esigenze che l’amministrazione richiede. La privatizzazione potrebbe risolvere “temporaneamente” alcuni di questi problemi, ma la nostra autonomia ci impone almeno sino ad oggi di occuparci della tutela e salvaguardia del territorio, compiti a cui sono chiamate le Soprintendenze e anche il Dipartimento, svuotati però di personale tecnico”.
Chiediamo incontro all’assessore
Il Sadirs ricorda che “negli anni passati per sopperire alle carenze di personale e fare aprire i siti nelle giornate festive, sono stati utilizzati piani “straordinari” finanziati con risorse reperite all’occorrenza. Questo modus operandi, però, con il tempo si è rivelato non più “straordinario”, ma una necessità per l’amministrazione, che anziché rimpinguare le unità di personale mancanti, non ha nemmeno previsto un piano che prevedesse le somme necessarie, così facendo non ha potuto pagare a tutt’oggi il personale impegnato negli anni 2020 e 2021”. Da qui la richiesta di un incontro all’assessore “per meglio chiarire quali provvedimenti intende adottare al fine di dare maggiore tranquillità al personale dell’amministrazione dei Beni culturali, rimasto ad operare nella più assoluta incertezza e confusione”.
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