Bellolampo nell’immaginario collettivo dei palermitani è Beautiful flash, la collina trasformata in montagna di rifiuti. Bellolampo, località nascosta allo sguardo della città, è vissuta come quel cumulo di rifiuti che noi stessi produciamo, in modo abbastanza indecente, senza avere il coraggio di ammetterlo. Bellolampo è quel mozzicone di sigarette che l’automobilista incivile e distratto lancia dal finestrino, è la bottiglia di plastica gettata a sfregiare la spiaggia di Mondello. Bellolampo è il volto nascosto dei palermitani. Dove finisce tutto ciò che gettiamo. Questo è quello che abbiamo sin qui pensato di Bellolampo, animo nero della città, nero come i teli di plastica che nascondono le decine di milioni di tonnellate di rifiuti abbancati, praticamente da sempre in quella che una volta era una cava di marmo.
Bellolampo è una potenziale risorsa
Eppure, la realtà è ben diversa dal luogo comune radicato nel pensiero dei palermitani. Bellolampo è una potenziale risorsa energetica e, per quanto possa apparire paradossale, potrebbe diventare il punto di svolta e di rivalsa di una città per dirsi veramente moderna. Con le telecamere di BlogSicilia accese sulla discarica palermitana, Massimo Minutella è entrato a Bellolampo insieme a Girolamo Caruso, il presidente della Rap, per raccontare una realtà sinora sconosciuta.
Addio a 180 mila tonnellate di monnezza
Siamo veramente di fronte a una svolta possibile. E forse, con un po’ di buona volontà da parte dei cittadini, le nostre strade non saranno più delle fogne a cielo aperto. Cosa succede? Premessa necessaria: questa estate non ci sarà alcuna emergenza ambientale. E’ la promessa del presidente Caruso. Perchè con le attese ordinanze di protezione civile, finalmente spariranno le 180 mila tonnellate di rifiuti che si sono accumulate nell’ultimo anno. Poi, se tutto andrà come deve andare nelle previsioni di Caruso, ci sarà un sostanzioso lasso di tempo per mettere a posto le cose e trasformare la cittadella delle munnizza da simbolo dello sfascio a risorsa per la città.
La settima vasca offre quattro anni di tempo
Cerchiamo di capire come funziona. La spazzatura finisce nelle cosiddette “vasche”. Dei bacini scavati nella terra dove si accumulano i rifiuti, aspettando che il tempo li faccia decadere e ne riduca il volume. Il terreno viene protetto da particolari accorgimenti, con delle protezioni che evitano la dispersione del percolato, quel liquor velenoso prodotto dal marcire dei rifiuti. Le vasche di Bellolampo sono sature. Serve l’ennesima. La settima sarà pronta e operativa a metà estate e darà quel margine di tempo necessario a cambiare per sempre. “Questa è l’ultima vasca – spiega Caruso- non possiamo pensare di continuare a costruirne in eterno”. La settima vasca offre un margine di tempo per ripensare il sistema. “Palermo – continua il presidente di Rap – deve assolutamente migliorare i dati della differenziata”. Ma anche in quel caso, un termoutilizzatore potrebbe rivelarsi una scelta utile. Fin qui, la politica dei rifiuti vera e propria. Seoondo Caruso, che sottolinea come in generale la Rap abbia una tenuta finanziaria solida, quell’impianto potrebbe generare energia quindi ricchezza.
Le sorprese che Bellolampo riserva sono parecchie: i pannelli fotovoltaici per autogestire il fabbisogno energetico, un sistema di trattamento dei rifiuti che passa al vaglio le materie e crea compost. Una realtà sconosciuta ai più. Che potrebbe migliorare la qualità della vita nella nostra città se solo la politica non fosse sorda ai richiami di chi quell’impresa gestisce e porta avanti. Per ripulire Palermo, ci ricorda infine Caruso, serve nuovo personale. La Rap potrebbe assumere sino a 350 nuovi dipendenti. Ma è tutto fermo, perchè la burocrazia mette paletti.
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