A Palermo dall’indignazione alla mobilitazione per una proposta radicale di cambiamento sul tema dei rifiuti. Legambiente propone una serie di iniziative di mobilitazione, insieme alle organizzazioni sociali, ambientali e culturali e ai cittadini tutti, interessati al bene comune della città, per avviare un percorso di condivisione delle scelte strategiche e degli interventi da attuare al fine di dare alla città decoro ed efficienza alla gestione pubblica dei servizi di raccolta, recupero e riciclo.
Bellolampo come una bomba ecologica
“È necessario un cambio di passo – si legge in unanota -, nella direzione strategica della più grande azienda pubblica di gestione dei servizi di raccolta dei rifiuti in Sicilia. Un cambiamento di quell’approccio culturale che vede, da oltre vent’anni, raccogliere i rifiuti dalle strade, invece che aumentare la raccolta differenziata porta a porta, come unica soluzione ad una gestione ciclica dell’emergenza, per continuare ad allargare e a riempire di rifiuti, potenzialmente differenziabili, la discarica di Bellolampo: così all’inverosimile fino a farla diventare una bomba ecologica”.
Il flash-mob davanti la discarica
La prima iniziativa di mobilitazione sarà sabato prossimo, 9 aprile alle ore 11.00, a Bellolampo per chiedere con forza un cambio di passo nell’approccio culturale e nella gestione aziendale del ciclo dei rifiuti a Palermo a partire dall’ l’estensione della raccolta differenziata porta a porta in tutta la città, unico modo per liberarci dai rifiuti e avviarci verso l’economia circolare e la riconversione della discarica di Bellolampo in una piattaforma tecnologica dell’economia circolare.
Bellolampo è satura
A dicembre 2021 i lavori a Bellolampo per la predisposizione della vasca III bis. La Rap, società che svolge per conto del Comune di Palermo il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, aveva consegnato alla General Smontaggi Spa di Novara la commessa per un investimento da circa mezzo milione di euro.I lavori autorizzati dalla Regione consentivano nel frattempo l’abbancamento dei primi 98.000 metri cubi di rifiuti ancorché il progetto ne preveda 200 mila. Durante il cantiere e i successivi 3 mesi di esercizio della discarica, infatti, Rap doveva procedere con un secondo iter autorizzativo per la “Valutazione di Impatto Ambientale”. In questo modo si sperava di poter ottenere il rilascio del titolo abilitativo funzionale all’abbancamento di definitivi 300 mila tonnellate di rifiuti (circa un anno di abbancamento della cittadinanza palermitana). In questo modo si poteva attendere, senza problemi, il completamento della VII vasca e consentire anche alla Regione di poter disporre, nell’attuale emergenza, di un possibile “salvagente”.
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