Protesta del Comitato Pendolari Siciliani, si Adoc Sicilia e di Sicilia Consumatori, sull’incremento dei prezzi dei servizi ferroviari regionali. Le associazioni chiedono la revisione della programmazione dell’offerta commerciale del servizio di trasporto pubblico ferroviario in Sicilia. “Continuano da parte della regione e di Trenitalia le angherie nei confronti di chi ancora si ostina a utilizzare il trasporto ferroviario per lavoro o per studio”, dicono.
L’aumento dei prezzi del 10%
“Oltre al danno dei disservizi, dei ritardi, degli autoservizi sostitutivi, della carenza di corse e delle coincidenze regolarmente saltate – denunciano le associazioni – la beffa che si manifesterà con il nuovo anno è l’incremento del prezzo di biglietti ed abbonamenti del 10%. Un incremento che, secondo le clausole-capestro del Contratto di servizio Regione-Trenitalia dovrebbe avvenire ogni due anni. Già applicato il primo aumento nel 2020, il secondo avrebbe dovuto essere applicato dall’inizio del 2022, ma venne scongiurato da un intervento della stessa Regione, conscia, allora, delle difficoltà che ne sarebbero derivate ai viaggiatori.
Indifferenza da parte della Regione
Comitati ed associazioni lamentano la “totale indifferenza” visto che periodicamente sono stati convocati al Tavolo Tecnico che si tiene presso l’Assessorato regionale delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile. Disattese anche le richiesta sulla razionalizzazione degli orari.
Aumentano i prezzi ma i servizi restano scadenti secondo i comitati
Allo stesso modo, si continua a fornire un servizio quantitativamente carente, con i viaggiatori costretti ad affollare i pochi treni offerti nelle ore di punta, ormai simili a scatole di sardine. Gravissima, a tal proposito, la situazione dei passanti ferroviari di Palermo e Catania, oltre che della Metroferrovia di Messina, dove il servizio assume un valore fondamentale in chiave urbana, ma viene mantenuto su frequenze inaccettabili, orari impossibili e fermate saltate per la presenza d’incomprensibili “corse veloci”. E dove il biglietto unico integrato tra i vari sistemi di trasporto non esiste (Catania) o è poco appetibile (a Palermo quello minimo è giornaliero) e finisce per scoraggiare gli utenti del trasporto pubblico, incrementando il traffico cittadino.
Le richiesta
La richiesta è di revocare gli aumenti previsti per il 2023, con provvedimento analogo a quello emanato lo scorso anno, a salvaguardia dei viaggiatori già oberati dagli incrementi dei prezzi che hanno caratterizzato l’attuale stato di crisi su scala internazionale. Un provvedimento che venga esteso anche alle scadenze future, in maniera tale da scongiurare ulteriori aumenti.
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