Palermo

Bayesian, palombari della Marina in mare per recuperare impianto di videosorveglianza

Sono entrati in azione i palombari della marina militare specializzati in recuperi mirati nel Bayesian, il veliero affondato davanti alle coste di Porticello lo scorso 19 agosto e in cui morirono sette persone.

In questi giorni i Comsubin, palombari e incursori si stanno facendo interventi per recuperare l’impianto di videosorveglianza e altri dispositivi presenti nell’imbarcazione.

Tutto materiale che dovrebbe consentire di fare luce su quanto successo quella mattina nel mare in questi sedici minuti che hanno preceduto l’affondamento. In questi venti giorni procura e legali sono al lavoro per ricostruire quanto successo la sera prima dell’affondamento.

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Nessuna festa a bordo Lynch triste per morte socio

Secondo quanto emerso dalle indagini non ci poteva essere nessuna festa a bordo. Mike Lynch il magnate inglese che avrebbe curato in prima persona gli spostamenti del veliero quella sera aveva ricevuto la notizia della morte dell’amico Stephen Chamberlain coimputato nel processo per frode e assolto insieme al magnate inglese.

L’imprenditore sarebbe molto scosso dalla notizia della morte del socio che avrebbe deciso di tornare di nuovo in patria e interrompere così la vacanza.

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Il comandante Cutfield il portellone non era aperto

“Dall’analisi dei sedici terribili minuti riteniamo che l’acqua possa essere entrata dal portellone del Bayesian”. Lo ha ribadito Giovanni Costantino, Ad Italian Sea Group, nel corso della trasmissione Cinque Minuti condotta da Bruno Vespa nella quale sono stati ricostruiti quei terribili minuti all’alba del 19 agosto di quest’anno quando il veliero è affondato provocando la morte di un membro dell’equipaggi oe sei passeggeri.

La ricostruzione dei costruttori

Una ricostruzione che nel corso della trasmissione sarebbe stata smentita dal comandante James Cutfield raggiunto a Majorca e intervistato dal giornalista Mauro Giliberti ha negato che il portellone fosse aperto. Per l’Ad Costantino alla base dell’inabissamento ci sarebbero stati una serie di errori da parte dell’equipaggio.

“L’equipaggio avrebbe dovuto preparare la nave chiudendo e blindando la stessa, lo scafo e la sovrastruttura – aggiunge Costantino – La nave è inaffondabile se in quella nave non fosse entrata acqua l’imbarcazione non avrebbe avuto alcun tipo di problema. E’ significativo che i pescatori esperti di mare della zona abbiamo letto la perturbazione in arrivo e non sono usciti. Era perfettamente visibile leggibile. Poteva stare una nave da 700 tonnellate in quella posizione? Non era consigliabile. A fianco c’era una nave più piccola che era preparata all’evento e gli è passata dentro e gli ospiti non si sono svegliati. La grande tecnologicamente avanzatissima ha subito quello che è accaduto”. Per l’Ad Costantino ci sono pochi dubbi su quanto successo quella notte.

Gli eventi

“Si sono verificati una serie di eventi. L’acqua nel Bayesian ha iniziato ad entrare da poppa, di sicuro ha allagato non solo un compartimento stagno, ma anche il secondo attiguo al primo ovvero la sala macchine. La nave quando il vento ha incalzato ha iniziato a scarrocciare. Un percorso di 14 minuti nel quale ha continuato a prendere acqua. Tecnicamente si dice si è ingavonata, cioè la stabilità si è compromessa. E’ arrivata nel punto dove è andata giù e c’è stato il black out dell’impianto perché l’acqua è arrivata ai generatori. L’equipaggio non si è coordinato, non era preparato, distratto non pronto ad intervenire. Andavano seguite procedure ben chiare”.

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