- E’ morto Franco Battiato
- Aveva 76 anni
- BlogSicilia lo ricorda riproponendo una intervista del 2010
- In quell’occasione spiazzò tutti e disse: “I giovani fanno bene ad andare via dal Sud”
Il grande Maestro se ne è andato. E i siciliani oggi si svegliano più soli, apprendendo una notizia che mai avrebbero voluto ricevere. Franco Battiato è morto. Ho avuto l’onore di incontrare ed intervistare per BlogSicilia l’eclettico e mai banale artista nel novembre 2010, in occasione della Settimana di Musica Sacra di Monreale.
In una stagione della sua vita che ad una mia domanda definì “la più bella”.
Ricordo ancora la sua esibizione, la sua voce inconfondibile, dalla forte potenza evocativa, il silenzio assoluto da parte del numeroso pubblico consapevole di assistere ad uno spettacolo irripetibile.
Battiato quella sera, accompagnato da un coro, cantò musica sacra, e il Paradiso sembrò a tutti più vicino.
Ma non solo. Il maestro, al quale, come è noto, non piaceva vivere sotto i riflettori, accettò quella sera, da siciliano, di rispondere ad alcune mie domande sulla nostra Terra.
I giovani che lasciano il Sud
Secondo una statistica dei giorni precedenti al nostro incontro, ogni anno, 250mila giovani lasciavano il Sud.
Chiesi a Battiato cosa ne pensasse. “Penso che fanno bene”, mi disse senza pensarci su.
La mia domanda successiva riguardò una eventuale possibilità di riscatto per il Meridione.
“Dovrebbe cambiare qualcosa da un punto di vista cosmico – osservò il maestro – perché la razza umana sta peggiorando, e di tanto”.
La politica “insopportabile”
Non potei evitare di chiedere a Battiato un commento sulla situazione politica del momento.
“E’ una cosa insopportabile – mi rispose l’artista energicamente ma con pacatezza -. Perché, con i soldi di quelli che paghiamo le tasse si poteva far vivere in questo Paese tutte le persone che hanno difficoltà, finanziare, pensare a delle sovvenzioni statali, a delle pensioni. Invece no, rubano da tutte le parti”.
Siamo tutti esseri umani
“Qui non si tratta di giovani o di anziani – commentò il maestro a una mia domanda relativa alle necessità dei giovani a suo avviso -. Qui si tratta di esseri umani. Ogni categoria ha i suoi problemi. Uno perché è vecchio, un altro perché e giovane, c’è chi non trova lavoro, chi è sfortunato, eccetera”.
Il ricordo del Maestro
Dopo quell’incontro tornai a casa riflettendo su quanto mi aveva detto il Maestro. Sulla sua consapevolezza, sulla sua fermezza nel rispondere a quanto gli avevo chiesto. Battiato mi apparve come un grande conoscitore della vita, delle sue difficoltà, ma nel contempo un uomo alla ricerca del bello ma soprattutto dell’equilibrio.
Nelle sue parole rintracciai un desiderio di equità sociale e soprattutto di giustizia.
Nei suoi occhi un sogno, quello di una Terra dove ognuno potesse vivere senza dover necessariamente lottare e faticare. E poi quel cosmo, invocato più volte, sempre cercato nella sua vita e nella sua arte.
Arrivederci maestro, che la Terra ti sia lieve.
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