“Il Capo del Dap è pure il Capo della Polizia Penitenziaria deve difenderci come un Giudice a Berlino dai procedimenti disciplinari scaturiti solo per gli insostenibili carichi di lavoro” è questa l’ulteriore denuncia dei segretari generali dei sindacati di polizia penitenziaria in Sicilia Sappe (Calogero Navarra), Osapp (Saverio Caputo), Uilpa PP (Gioacchino Veneziano), Uspp (Francesco D’Antoni), Fns Cisl (Domenico Ballotta), Fp Cgil (Alfio Giurato), rispetto al silenzio da parte del provveditore di Palermo e del dipartimento di Roma all’aumento dei procedimenti disciplinari nei confronti della Polizia Penitenziaria Siciliana.
“Procedimenti nascono a causa di gravissima carenza di personale”
“Ribadiamo con forza – insistono i sindacalisti regionali della Polizia Penitenziaria – che quasi tutti i procedimenti nascono a causa della gravissima carenza di personale (1000 unità in meno) che genera accorpamenti dei posti di servizio, incremento asfissiante dei carichi di lavoro, dimenticando che ogni giorno i Poliziotti devono fronteggiare in strutture decadenti, con un sovraffollamento, aggressioni, sommosse e rivolte, ma davanti a questo sfascio, i poliziotti penitenziari vengono pesantemente e ingiustamente puniti, mediante uno strano esercizio del “potere” disciplinare, colpevolmente irriconoscente degli oggettivi ed innumerevoli sacrifici quotidiani che i lavoratori svolgono”.
“Non siamo più disposti a rimanere in silenzio”
“Non siamo più a disposti – concludono i leader regionali di Sappe, Osapp, UilPa Polizia Penitenziaria, Uspp, Fns Cisl, Fp Cgil – a stare in silenzio a questo stillicidio di procedimenti disciplinari per scaricare responsabilità gestionali, addirittura tramite controllo con telecamere, attività vietata dallo statuto dei lavoratori del 1970; per questo abbiamo chiesto una commissione d’inchiesta al Capo del Dap Russo, inviando per conoscenza al Ministro della Giustizia Nordio, al Capo di Gabinettto Bartolozzi, al Direttore Generale del Personale Parisi affinché queste oppressione nei confronti della Polizia Penitenziaria cessino immediatamente, comunicando pure di essere pronti a scendere in tutte le piazze della Sicilia”.
Agenti penitenziaria in ospedale dopo rissa tra detenuti al Malaspina
Ancora un fatto violento all’interno delle carceri siciliane, ancora tensione nella struttura detentiva minorile di Palermo. Paolo La Corte, segretario locale del sindacato autonomo polizia penitenziaria Sappe, ha racconta quanto avvenuto nei giorni scorsi nel penitenziario palermitano: “De detenuti che erano nel piazzale grande per fruire dell’ora d’aria, hanno iniziato a litigare e due poliziotti, intervenuti per sedare gli animi, sono rimasti contusi e sono attualmente in ospedale. Solo grazie al professionale intervento del personale di polizia penitenziaria si è dunque evitato il peggio. La situazione è insostenibile: ai colleghi contusi va la mia solidarietà e l’augurio di una pronta guarigione”.
Per Donato Capece, segretario generale del Sappe, “da anni, specie da quando la politica ha deciso che anche i maggiorenni fino a 25 anni possono essere ristretti nelle carceri minorili, abbiamo chiesto inutilmente ai vertici del Dipartimento della Giustizia Minorile e di Comunità che le politiche di gestione e di trattamento siano adeguate al cambiamento della popolazione detenuta minorile, che è sempre maggiormente caratterizzata da profili criminali di rilievo già dai 15/16 anni di età e contestualmente da adulti fino a 25 anni che continuano ad essere ristretti. La realtà detentiva minorile italiana, come denuncia sistematicamente il Sappe, è più complessa e problematica di quello che si immagina”.
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