- Il bando anomalo per il sostegno a chi produce dispositivi di protezione anti-Covid
- Il documento prevedeva la presentazione a mano o la raccomandata
- Ora l’Irfis corregge il bando e invia una nota di precisazione
Dopo la notizia riportata da BlogSicilia e da Resto al Sud, l’Irfis, rivede il bando “anomalo” per concedere fondi alle imprese che producono dispositivi di protezione individuale. Tre le righe del bando, infatti, non veniva riportata, come modalità di presentazione delle istanze, la consegna telematica tramite Pec, finendo per diventare occasione di file e assembramenti negli uffici e alla posta.
La gaffe e la nota di precisazione
Dopo che la notizia ha iniziato a circolare, anche all’Irfis si sono resi conto della gaffe e hanno inviato una nota di precisazione. “In riferimento alle notizie stampa apparse su alcune testate online relative alle modalità di trasmissione delle domande di contributo a fondo perduto destinati alle imprese operanti in Sicilia per la riconversione o l’avvio di processi di produzione industriale di dispositivi di protezione individuale DPI, di cui all’art 5, commi 11 e 12 a art. 6 commi 1 e 2 , L.R. Sicilia n. 9 del 12/05/2020, si precisa che l’Irfis Fin-Sicilia S.p.A., con FAQ pubblicata sul sito della Società in data 23/8/2021 ha chiarito che risultano ammissibili le istanze trasmesse a mezzo PEC”. Questa la nota.
Il bando per le aziende anomalo
Si tratta del tanto atteso Bando Regionale per stimolare o ristorare quelle aziende che intendono investire o hanno investito per produrre Dispositivi per la Protezione Individuale. Un provvedimento che doveva servire a stimolare le aziende siciliane all’incremento della produzione in Sicilia delle mascherine. Ma non poteva mancare di certo l’inghippo. Buone le intenzioni del bando Irfis. Lo stesso però non si può dire sulle modalità di svolgimento. Leggendo il bando pubblicato ad agosto sul sito dell’Irfis, infatti, compariva un’anomalia. L’art. 6 stabiliva infatti che le istanze, valutate in ordine cronologico di presentazione, devono essere presentate o con Raccomandata con ricevuta di ritorno o a mano. Un fatto che ha fatto storcere il naso a tanti imprenditori. “La Regione avrebbe potuto inserire tra le modalità di presentazione anche la Pec, l’invio teleatico al pari di una raccomandata”, sussurra qualcuno. Invece la presentazione dell’istanza può avvenire solo tramite presenza fisica alla posta o all’Irfis. E come se non bastasse l’ulteriore aggravante è la modalità di valutazione delle domande: l’oramai arci nota procedura a sportello ovvero chi tardi arriva male alloggia.
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