La procura generale di Palermo ha chiesto la condanna a quattro anni ciascuno dell’ex presidente dell’Amia Enzo Galioto e dell’ex direttore generale della società comunale che si occupava della raccolta dei rifiuti Orazio Colimberti, accusati di bancarotta fraudolenta.
Tre anni sono stati chiesti per gli ex componenti del consiglio di amministrazione dell’azienda Angelo Canzoneri e Paolo Barbasso, imputati dello stesso reato. Un quinto imputato, Franco Arcudi, nel frattempo è deceduto. Secondo l’accusa, gli imputati, a vario titolo, avrebbero iscritto nel bilancio del 2005 false plusvalenze derivanti da vendite di automezzi e di immobili,mai realizzate, per un valore di 16 milioni di euro.
In questo modo avrebbero tenuto in vita l’Amia che “altrimenti – come sostenne l’accusa in primo grado – avrebbe dovuto essere ricapitalizzata o messa in liquidazione o assoggettata a procedure concorsuali”.
Il processo è in corso davanti alla corte d’appello.
In primo grado gli imputati furono condannati. Nel 2013 la prescrizione aveva salvato Colimberti e Galioto da un altro processo in cui rispondevano di falso in bilancio. La mancata querela da parte dell’ex sindaco Diego Cammarata (il Comune era socio unico dell’Amia) non aveva fatto scattare l’aggravante che avrebbe aumentato i tempi della prescrizione. Il processo è stato rinviato al 16 novembre.
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