- A Palermo bambini della scuola primaria realizzano alcuni manifesti affissi nel quartiere Cuba- Calatafimi
- I bambini si rivolgono alla cittadinanza per rendere migliore il quartiere
- E’ un progetto aperto ai suggerimenti di quanti vorranno contribuire
Alcuni manifesti realizzati dai bambini della scuola primaria dell’istituto comprensivo “Lombardo Radice” saranno affissi nel quartiere Cuba-Calatafimi, a partire da oggi.
Gli studenti si rivolgono ai cittadini per rendere migliore il quartiere
“Ho Bisogno di te” il titolo con cui i giovani studenti si rivolgono direttamente ai cittadini, per realizzare delle azioni che rendano migliore il quartiere e più a misura di bambino.
Le richieste dei bambini
Otto i “punti programmatici”: un parco aperto alle famiglie, panchine per riposare, lanterne per la sera, fontane per dissetare persone ed animali, cestini colorati per la raccolta differenziata, murales allegri, strade accessibili a tutti e una pista ciclabile per ridurre l’inquinamento. Richieste non utopiche ma a portata di una sana amministrazione.
Idee costruttive per ampliare il progetto
I bambini chiedono collaborazione ai concittadini, i quali potranno rispondere attraverso l’indirizzo email ilquartierechevoglio@gmail.com ed inviare idee costruttive per ampliare il progetto e renderlo più realizzabile. I contributi saranno raccolti, alla fine dell’anno scolastico, in un unico book che sarà poi consegnato alla cittadinanza.
Il progetto “La mia aula non ha più confini”
L’iniziativa è partita dal desiderio espresso da una bambina di diventare da grande sindaco di Palermo e rientra nella volontà dell’istituto di aprirsi al territorio, raggiungendolo metaforicamente con un manifesto. È uno degli interventi che fanno parte del progetto “La mia aula non ha più confini” che vede i piccoli cittadini della comunità impegnati come educatori consapevoli e responsabili.
I bambini diventano amministratori del bene comune
“Un autentico intervento politico – ha detto Francesco Paolo Camillo, dirigente dell’istituto Radice – da parte dei nostri alunni che, uscendo dalle proprie aule, diventano con gli adulti amministratori del bene comune, protagonisti di un’auspicata rigenerazione del territorio che abitano con la loro scuola”.
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