Al lavoro l’istituto di medicina legale di Palermo per provare a ricostruire le impronte digitali di due cadaveri rinvenuti nei giorni scorsi nel mare di Balestrate, sulla spiaggia del lungomare ovest. I passaporti rinvenuti, entrambi di nazionalità tunisina, lasciano presupporre che i due corpi appartengano a nordafricani. Ma questo non può essere per gli investigatori un elemento certo e proprio per questo stanno lavorando a 360 gradi per non lasciare scoperta alcuna ipotesi.
La collaborazione del consolato tunisino
Intanto gli inquirenti hanno allacciato un dialogo con il consolato tunisino nella speranza di poter trovare traccia di quelli che potrebbero risultare ancora oggi come dispersi. Ma non è una ricerca per nulla facile. A farsi sempre più strada la possibilità che il ritrovamento di questi due corpi sia collegabile all’altro cadavere che era stato individuato a San Vito Lo Capo 48 ore prima. Si fa strada l’idea sempre più concreta che il mare abbia restituito i corpi di migranti clandestini che stavano tentando la traversata e che invece, come tanti connazionali, sono naufragati e hanno perso la vita.
Il riconoscimento
Sino a questo momento il riconoscimento è reso difficoltoso dal fatto che i cadaveri erano da giorni in mare e dunque entrambi sfigurati. Il corpo, pieno di acqua, era molto gonfio e quindi tutto questo finisce per alterare anche i connotati dei lineamenti. L’unica certezza è che nessuno dei due corpi trovati a Balestrate appartenga allo skipper di Capaci scomparsi dallo scorso 23 ottobre. Per lo meno questa è la convinzione della compagna dell’uomo che è andata a fare un riconoscimento ed ha escluso che quei corpi potessero essere dello skipper.
La vicenda di Andrea Taormina
Lo scomparso in questo caso ha un nome e cognome e si chiama Andrea Taormina, 50enne. Ad essere state recuperate nei giorni scorsi alcune parti della sua imbarcazione, la “Malandrina“, una barca a vela lunga 10 metri, su cui però aleggiano forti dubbi. Nei pressi di Castellammare del Golfo erano stati rinvenuti dei parabordi e parti bruciate. Ma alcuni pezzi di legno ritrovati bruciati in mare non apparterrebbero alla barca dello skipper disperso.
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