Una storica villa del cinquecento abbandonata al degrado e preda più volte di ladri e vandali: questa, riassumendo, è la triste storia di Baglio Scorzadenaro, bene storico che si trova in viale Regione Siciliana, all’altezza dell’ingresso dello scorrimento veloce Palermo-Sciacca. Nonostante la volontà dell’Amministrazione sia quella di riqualificare il bene, ad oggi mancherebbero le necessarie coperture finanziarie per sostenere le opere di ristrutturazione. Un costo che si aggirerebbe fra i 500.000 e il milione di euro.
Baglio Scorzadenaro, da vent’anni a caccia di una destinazione d’uso
Un edificio che ha subito una parziale riduzione nel 1983, al fine di consentire i lavori per la costruzione dello svincolo Brasa, e che sarà interessato marginalmente, nei prossimi anni, anche dal cantiere per la realizzazione della futura linea C del tram. Struttura sulla quale, in passato, le Amministrazioni precedenti hanno già speso circa 500.000 euro. Ciò per mettere in sicurezza baglio Scorzadenaro, in seguito ai danni subiti durante il terremoto che colpì Palermo nell’estate del 2002. Opere che interessarono il ripristino delle parti pericolanti, nonchè il rifacimento dei solai e delle murature. Ma, nonostante gli interventi, la struttura è rimasta priva di scopo.
Due i tentativi condotti negli anni per trovare una destinazione d’uso a quest’area storico. Nel 2010, l’allora Amministrazione Cammarata ebbe l’idea di destinare l’immobile alla polizia municipale, ma la mancanza di spazi per la realizzazione di un parcheggio fece tramontare il progetto. Qualche anno dopo, nel 2015, l’ex sindaco Leoluca Orlando provò invece a cedere il bene all’Avis, con una concessione per un periodo di 12 anni. Proibitivo però fu il costo da sostenere per l’associazione per rimettere in sesto i locali, ovvero circa 400.000 euro. Da allora tutto è rimasto in stallo.
Gli atti vandalici
Nel 2019, il gruppo cittadino del M5S interessò l’Amministrazione per cercare di sbarrare gli ingressi. Ciò al fine di impedire episodi vandalici o furti. Si arriva così ai giorni nostri, con gli incivili che sono riusciti però a sfondare le chiusure in legno, entrando all’interno della struttura. Danni resi evidenti al primo piano, dove è possibile trovare diversi elementi in legno danneggiati, nonchè un graffito posto su una delle pareti storiche, proprio al di sotto di uno degli affreschi.
“Avevamo denunciato già nel 2019 lo stato d’incuria e di pericolo per questo bene – dichiara il consigliere della IV Circoscrizione Mirko Dentici -. C’erano più accessi liberi e si rese necessario un intervento per mettere in sicurezza la struttura. Ma nonostante ciò, la situazione non è cambiata. Ultimamente, Baglio Scorzadenaro è stato teatro di degrado e di vandalismo. Le finestre sono state sfondate. Non è accettabile che, da quindici anni, questo bene venga lasciato al fatto”.
Mancano i fondi per la ristrutturazione
Un vero peccato visto che, come sopra ricordato, l’area di Baglio Scorzadenaro sarà finalmente raggiunta nei prossimi anni dai mezzi pubblici, vista la futura esecuzione dei lavori della linea C del tram. E proprio il fattore logistico ad aver contribuito a frenare eventuali investitori esterni. Attualmente, infatti, il baglio si trova compresso fra la bretella che collega viale Regione Siciliana al tratto finale di via Ernesto Basile e lo stesso viadotto Brasa. Ma per dare una nuova vita alla struttura serviranno risorse che, al momento, non sono disponibili nelle casse di Palazzo delle Aquile.
“L’Amministrazione Lagalla, dopo ripetute sollecitazioni, ci ha risposto sul futuro di questo palazzo del cinquecento. Le notizie purtroppo non sono buone – commenta la consigliera comunale Concetta Amella -. Il Comune vuole si farsene carico, ma al momento non ci sono i fondi per effettuare i lavori di ristrutturazione. Servirà circa un milione di euro. Una cifra elevata, ma necessaria per sottrarre il bene al degrado nel quale si trova dal lontano 2005. Basti pensare al fatto che le precedenti amministrazioni hanno speso circa 500.000 euro in precedenza per messa in sicurezza e chiusura dell’immobile. Faremo le barricate affinchè si finanzino i lavori, anche attraverso il ricorso a fondi extraurbani“.
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