Ha un figlio in carcere dal 2016 per maltrattamenti in famiglia ed estorsione, ma non lo aveva dichiarato nella domanda per il reddito di cittadinanza. Una donna di Bagheria, nel palermitano, è stata denunciata dai finanzieri che nel corso dei controlli con l’Inps si sono accorti che il sussidio per 11 mila euro era stato corrisposto in modo illegale. Alla donna è stato ritirata la carta ed è scattata e l’Inps avvierà le procedure per il recupero delle somme percepite.
I motivi della decadenza
La presenza, all’interno del nucleo familiare beneficiario del sussidio, di soggetti che si trovano in carcere a totale carico dello Stato o di altra amministrazione pubblica, provoca una riduzione del parametro della scala di equivalenza prevista dal decreto che istituisce il reddito di cittadinanza e, di conseguenza, anche una riduzione dell’importo spettante. Per questo motivo i finanzieri hanno proceduto a denunciare il beneficiario del reddito di cittadinanza alla Procura della Repubblica di Termini Imerese per i reati contemplati dalla legge 26 del 2019 e contestualmente a comunicare l’indebito percettore agli uffici Inps competenti territorialmente per l’irrogazione delle sanzioni amministrative di revoca del beneficio e per il recupero coattivo delle somme già indebitamente percepite, pari complessivamente a 11.439,36 euro.
Importanti risorse sottratte
“L’attività di servizio – si legge in una nota del comando provinciale della guardia di finanza di Palermo – conferma il ruolo di polizia economico-finanziaria affidato al corpo della guardia di finanza, a contrasto delle illecite condotte di coloro i quali, accedendo indebitamente a prestazioni assistenziali erogate dallo Stato, sottraggono importanti risorse economiche destinate a favore di persone e famiglie che si trovano effettivamente in condizioni di disagio”.
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