È stato sottoscritto l’accordo transattivo tra il MISE (ministero dello sviluppo economico), la Regione Siciliana ed il Comune di Bagheria che permetterà all’Ente di non dover restituire la cifra di circa 4 milioni e 700 mila euro relativa al finanziamento per l’area PIP, il piano di insediamento produttivo di via Monaco. Una buona notizia relativa al finanziamento destinato alla realizzazione della zona industriale Monaco che fu erogato in favore del Comune di Bagheria nel 2010.
Conferenza stampa per chiarire
L’amministrazione comunale guidata dal sindaco Filippo Maria Tripoli, al fine di fare chiarezza ed in un’ottica di trasparenza, così come già fece all’indomani della notizia del definanziamento, ha indetto una conferenza stampa per giovedì 24 febbraio, alle ore 12,00.
Un impegno, per il recupero, condotto in primis dall’assessore alle Attività Produttive e Contezioso Brigida Alaimo, e comunque un lavoro di squadra di questa amministrazione grazie anche all’avvocato Claudio Trovato, legale del Comune di Bagheria che ha seguito tutti i passaggi, di concerto con l’avvocato Piercarmelo Russo e a tutti i dipendenti dell’ufficio legale, urbanistica e lavori pubblici oltre che il segretario generale Daniela Amato che a vario titolo hanno collaborato.
Evitato il dissesto
Uno scampato pericolo di possibile ulteriore dissesto per l’ente che si evita e permetterà di poter ricominciare a lavorare sul progetto ed assegna ulteriore tempo per la realizzazione dell’infrastruttura, senza arrecare danni economici all’ente.
L’amministrazione comunale, che aveva sottolineato le difficoltà iniziali a reperire l’intera documentazione del piano di insediamento produttivo per il cambio e le rotazioni del personale, sin dal suo primo insediamento, aveva convocato dei tavoli operativi con i funzionari comunali al fine, non solo di comprendere cosa non avesse funzionato, ma per verificare anche eventuali responsabilità, come spiegò nel corso di una conferenza stampa il sindaco Tripoli.
Fu comunque impugnato il provvedimento di revoca dinanzi al TAR ed ottenuta la sospensiva ma l’amministrazione comunale nelle more avviò comunque fruttuosi colloqui con il Mise e la Regione, conclusi con la sospensione del provvedimento di revoca e la consequenziale definizione del giudizio in essere.
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