La Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza cautelare del gip di Palermo Marco Gaeta contro 6 giovani dai 18 ai 20 anni accusati  di alcune rapine messe a segno nel centro storico di Palermo tutte nel mese di ottobre.

Una “baby gang” che avrebbe terrorizzato le giovani vittime che in ore notturne transitavano per il centro cittadino. Il branco utilizzava spesso la violenza, facevano razzia di telefoni cellulari di ultima generazione e di somme di denaro.

Sono due, al momento, le rapine contestate ai giovani nel cuore della notte nelle vie più centrali della città.

Gli arrestati dalla squadra mobile

Ai domiciliari con il braccialetto sono finiti: Nicola Algeri, 20 anni, Daniele Catanzaro, 18 anni, Francesco Catanzaro, 19 anni, Emanuele Schiera, 18 anni, Alessio Di Bartolo, 20 anni e Muhamet Ajirizi, 19 anni.

Le indagini dei Falchi della Squadra Mobile

Le indagini dei Falchi della Squadra Mobile, hanno permesso di risalire all’identità dei giovani, anche tramite la visione dei circuiti di video sorveglianza presenti in zona. Il gip ha disposto per loro gli arresti domiciliari con il braccialetto.

Alla luce delle risultanze investigative il gip del Tribunale di Palermo ha emesso a carico dei giovani la misura della custodia cautelare degli arresti domiciliari con applicazione del dispositivo elettronico, in quanto nonostante la loro giovane età con le loro condotte avrebbero turbato la tranquillità e la sicurezza pubblica, rapinando le loro vittime nelle ore notturne nelle strade più frequentate del centro storico di Palermo.

I colpi soprattutto nella zona di via Maqueda

I giovani avrebbero aggredito le vittime armati di bastoni e spesso circondandole non lasciando loro scampo. Le immagini dei sistemi di videosorveglianza avrebbero inchiodato i giovani che avrebbero agito anche insieme ad altri giovani che sono indagati.

La rapina in un market e il nome “magico” di Massimo

Nell’ordinanza viene contestato un altro episodio a un settimo indagato, per il quale però il gip non ha disposto alcuna misura cautelare, e a un alto ragazzo non ancora diciottenne. Si tratta di una tentata rapina ai danni del titolare di un supermercato di via Oreto. Secondo quanto ricostruito due giovani sarebbero entrati nell’attività per minacciare il negoziante. Quest’ultimo, dopo aver consegnato quel po’ che aveva (circa 20 euro), avrebbe fatto il nome di un certo “Massimo” e i rapinatori, riconoscendo il rilievo criminale di questa figura, gli avrebbero riconsegnato il bottino.

Ma chi è Massimo? Allo stato attuale gli investigatori non sarebbero riusciti a identificarlo. “Tuttavia, l’assoluta incertezza sull’identità di tale Massimo, che il denunciante ha affermato di non conoscere e che la squadra mobile non ha in altro modo identificato, rende il momento alquanto singolare (se non incredibile) l’intera vicenda, se si considera che la somma di 20 euro – scrive il gip – è stata immediatamente restituita e che i due ‘rapinatori’ sono anche rimasti con la vittima in atteggiamento amichevole, addirittura pagando i beni di lì a poco acquistati”.

 

 

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