“Speriamo che tutti loro capiscano la lezione più che altro questo a me interessa. Non ho nessuna smania di vendetta. Voglio che imparino la lezione: perché la violenza è sbagliata in qualsiasi contesto e come risposta a qualsiasi offesa”. E’ quanto afferma intervistato al Tgr Sicilia il giovane, vittima della baby gang che lo scorso 4 dicembre in via Candelai a Palermo lo ha aggredito e picchiato al volto con un tirapugni.
La vittima “Situazione è diventata invivibile”
E’ finito in ospedale con la prognosi di 40 giorni e ha dovuto subire un intervento chirurgico al volto e un mese di ricovero in ospedale. “Ho deciso di raccontare quanto è successo perché voglio testimoniare che la situazione nella nostra città è diventata invivibile – aggiunge – Lo prendo come servizio alla mia comunità per divulgare quanto avviene nella nostra città e quello che vivono i palermitani ogni giorno. A me è rimasto il trauma anche psicologico. Se ho qualche preoccupazione a percorrere i vicoli della mia città è colpa anche di quanto mi è successo”.
Caramanna “Massima attenzione su quanto avviene in città”
“C’è grandissima attenzione da parte delle forze dell’ordine e della magistratura minorile per quanto di grave sta avvenendo nell’ultimo periodo nel cuore del capoluogo siciliano. Ci sono ragazzini anche molto piccoli che hanno meno di 14 anni che si rendono autori di questi atti di violenza a volta anche brutali”. E’ quanto afferma Claudia Caramanna procuratore capo per i minorenni di Palermo in merito all’operazione della squadra mobile coordinata proprio dalla procura per i minorenni che ha permesso di individuare i quindici componenti della baby gang che lo scorso 4 dicembre hanno aggredito e picchiato alcuni giovani in via Candelai anche con un tirapugni.
“Voglio sottolineare come in quest’ultimo caso – aggiunge il procuratore – che le vittime si siano fidate sia della magistratura che delle forze dell’ordine e hanno collaborato all’individuazione degli autori del reato abbandonando quella cultura mafiosa che un tempo caratterizzava anche questi episodi”.
In cinque finiscono in comunità, indagini su altri 10 ragazzini
La polizia di Stato, su delega della procura del tribunale per i minorenni, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare attraverso il collocamento in comunità, emessa gip del tribunale per i minorenni, a carico di cinque ragazzi, appartenenti ad una baby gang, accusati di lesioni aggravate in concorso.
L’aggressione in via Candelai
Il provvedimento eseguito dai poliziotti della squadra mobile, scaturisce da un’attività d’indagine avviata dalla sezione “contrasto al crimine diffuso – falchi” a seguito di una violenta aggressione, avvenuta per futili motivi lo scorso 4 dicembre, in via Candelai, nel corso della movida cittadina. Un’aggressione con quattro maggiorenni violenta con l’utilizzo di un “tirapugni”.
Le vittime portate in ospedale hanno avuto una prognosi di 40 giorni riportando anche fratture alla mandibola e trauma cranico che ha reso necessario un intervento chirurgico maxillo-facciale con l’applicazione di protesi. Grazie alle immagini dei sistemi di videosorveglianza sono stati identificati i componenti della baby gang, circa quindici, di cui due maggiorenni denunciati alla procura.
Gli autori del violento pestaggio sono stati identificati anche grazie alle foto fatte dagli aggrediti, dall’analisi dei cellulari, dai tabulati telefonici e dai profili social dei componenti della banda. Sono state, inoltre, eseguite perquisizioni e sequestri di apparati radiomobili a carico di altri 8 minorenni, indagati per il medesimo reato, ma non destinatari di un provvedimento restrittivo.
Il questore, “Ragazzi che si esprimono solo con la violenza”
“Il branco di 15 persone che il 4 dicembre ha colpito in via Maqueda angolo via Candelai, è stato identificato e assicurato alla giustizia. 13 sono minorenni, adusi purtroppo alla violenza come unica modalità espressiva. Una violenza feroce, priva di freni, apparentemente immotivata; in realtà la motivazione che nasconde è più preoccupante perché si alimenta dall’istinto di sopraffazione del prossimo, fino ad annullarlo. Le lesioni prodotte alle vittime sono gravissime. E tutto in nemmeno due minuti.
Neanche il tempo di avvisare le forze di polizia, figuriamoci di intervenire in flagranza. Le attività investigative subito avviate e condotte dalla Questura hanno consentito di ricostruire tutti gli aspetti dell’episodio e tutte le persone coinvolte, naturalmente nei tempi indispensabili per un’indagine che possa supportare provvedimenti ben motivati dell’Autorità Giudiziaria. Ora gli atti verranno esaminati sotto il profilo della pubblica sicurezza per valutare l’emissione di ulteriori provvedimenti inibitori previsti dalla legge”. Lo ha detto il questore di Palermo Leopoldo Laricchia in merito all’operazione che ha fatto luce su una baby gang violenza a Palermo.
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