Rischia di naufragare il processo per lesioni colpose gravissime sorto in seguito alle vicende che hanno coinvolto il piccolo Andrea Vitale al quale, appena nato, venne per ben 68 minuti somministrato perossido di azoto al posto di ossigeno.
La notizia viene riportata dal Giornale di Sicilia. Rimane solo un giorno a disposizione dei giudici della Cassazione prima che tutto decada per la prescrizione tanto che la procura generale non ha neppure impugnato la sentenza d’appello. Il ricorso era stato presentato dall’imputato Aldo La Rosa, geometra e tecnico del Policlinico.
La famiglia intanto è stata costretta a restituire la provvisionale concessa dai giudici ma ha avviato un procedimento in sede civile per ottenere il risarcimento del danno, chiedendo anche il pagamento di quasi 4 milioni.
Oggi il piccolo ha 9 anni ma non cammina, non parla ed ha il costante bisogno di assistenza. In primo grado il processo fu lunghissimo per il cambio di 4 giudici monocratici. L’uomo era stato imputato nel gennaio del 2013 assieme al direttore del dipartimento materno-infantile del Policlinico, Enrico De Grazia, ed il titolare della “Sicilcryo srl” di Marineo, Francesco Inguì.
A centro dell’incidente vi sarebbe stato uno scambio di tubi avvenuto un mese prima che Andrea nascesse. Il piccolo respirò il gas sbagliato riportando danni celebrali irreversibili. Solo dopo 4 anni arrivò la sentenza di primo grado. La Rosa ed Inguì furono condannati a tre anni, De Grazia ad un anno e mezzo e venne concessa una provvisionale di un milione e 200 mila euro alla famiglia Vitale. Nellaprile del 2019 poi la sentenza di appello. De Grazia ed Inguì sono stati assolti, mentre a La Rosa la pena era stata ridotta ad un anno e mezzo e fece ricorso in Cassazione ma l’udienza non è stata ancora fissata.
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