Capodanno con i pagamenti per i lavoratori di alcune aziende confiscate in liquidazione. Ma non per tutti. In alcuni casi si tratta di attese che durano anni.
Proprio oggi alla metà dei 122 lavoratori delle tre società del gruppo Aiello, Ati Group, Emar e Edil Tecnica, in amministrazione giudiziaria dal 2016, è arrivato il terzo acconto delle spettanze relative a retribuzione e tfr. E’ stato così raggiunto il 45 per cento di quello che i lavoratori hanno maturato nella gestione commissariale.
Anche i lavoratori del sequestro Virga, speravano di incassare una tranche delle spettanze dovute entro il 2020. E invece ancora nulla di fatto, in attesa della vendita del patrimonio. Non vantano invece crediti i 14 operai della Cava Meditour di Carini, gestita dall’amministratore giudiziario Giovanni Lanza: il sito ha continuato a garantire lavoro e occupazione. Anche per l’Immobiliare Strasburgo, anch’essa in fase di liquidazione, non esiste situazione debitoria nei confronti dei lavoratori.
“Lo storno della nuova tranche ai lavoratori del gruppo Aiello è stato possibile grazie al lavoro intenso e di confronto che i liquidatori delle tre società, Carlo Catalano, liquidatore di Ati Group e coadiutore del gruppo, Salvo Sanfilippo, coadiutore di Ati Group e liquidatore di Emar, e Alessandro Virgara, liquidatore di Edil Tecnica e coadiutore della misura, hanno avuto in questo ultimo periodo – dichiara il segretario generale Fillea Cgil Palermo Piero Ceraulo – Dobbiamo però sottolineare che l’immissione sul mercato dei beni immobiliari delle aziende va a rilento. La retribuzione dei lavoratori è cosi legata alla vendita di porzioni dei patrimoni di ciascuna azienda del gruppo”.
All’Immobiliare Strasburgo, ad esempio, la situazione è completamente diversa. “In questa grande realtà, i lavoratori sono impegnati nelle manutenzioni degli immobili e hanno continuato in tutti questi anni a ricevere gli stipendi, pur essendo la società in liquidazione, grazie alla gestione produttiva messa in atto dai due liquidatori Fabrizio Abbate e Donatella De Nicola – spiega Ceraulo – In questo caso, la maggior parte del patrimonio confiscato, circa 500 immobili a Palermo, tra appartamenti e locali commerciali, risultano in esercizio attivo e producono utili. La società incassa i fitti e i lavoratori vengono regolarmente pagati”.
Per trovare soluzioni alle lungaggini di alcune liquidazioni e proteggere i lavoratori, la Fillea Cgil Palermo ha inviato una richiesta di incontro a Giuseppe Fabrizio Quattrocchi, a dicembre nominato dall‘Agenzia per i beni confiscati responsabile delle aziende sequestrate e confiscate per Sicilia, Calabria e Campania.
“Abbiamo chiesto un incontro per individuare dei percorsi alternativi rispetto alle procedure di liquidazione, che sono in tanti casi troppo lunghe e farraginose – prosegue il segretario Fillea Piero Ceraulo – I lavoratori non hanno la pazienza di aspettare tutto questo tempo. La nostra proposta è di mettere in ‘rete’, come bagaglio comune, le buone prassi di gestione di beni, in atto in alcune aziende, e costituire una holding tra le diverse realtà, con una cabina di regia affidata all’Agenzia per i beni confiscati. Le risorse generate dalle gestioni produttive potrebbero dare ossigeno e risposte a tutti i lavoratori che nelle aziende sequestrate e confiscate in difficoltà rischiano di non arrivare a fine mese”.
Un altro esempio di gestione “virtuosa” è quella della Eolo Costruzioni srl, in confisca definitiva dal 2016 nell’ambito del procedimento riguardante Vito Nicastri. Con sede ad Alcamo, amministratore giudiziario Alessandro Virgara, opera nel settore edile, fornendo servizi di manutenzione a supporto di numerose aziende in confisca e della stessa Anbsc, per la manutenzione degli immobili, oggetti di confisca autonoma.
“L’attività della società – dice Ceraulo – si svolge in equilibrio economico e finanziario e grazie alle sinergie con le altre società della medesima confisca, il cui coadiutore Fabrizio Abbate, vengono garantiti livelli occupazionali per complessive 13 unità di lavoro a tempo pieno”.
E, infine, tra le gestioni in attivo, c’è la Cava Giardinello del sequestro Buttitta, amministrata dall’ingegnere Virgilio Bellomo, che nel 2020 ha rifornito, in piena pandemia, 70 navi container cariche di materiale inerte, inviate a un’azienda di Malta.