Non si intravede all’orizzonte alcuna soluzione per i tirocinanti dell’Avviso 22 della Regione siciliana che ancora attendono di essere pagati dalla stessa.
“I tirocini, che dovrebbero essere un’occasione per formarsi e inserirsi nel mondo del lavoro, sono veramente un’opportunità o rischiano di diventare una fregatura? Su 1.741 tirocini attivati nel 2018 attraverso l’Avviso 22, solo 1.000 tirocinanti sarebbero stati pagati per intero dalla Regione, mentre gli altri attendono da due anni”.
A dichiararlo è la deputata regionale del Movimento 5 Stelle, Roberta Schillaci, che sulla questione ha presentato un’interrogazione parlamentare rivolta al Presidente della Regione, Nello Musumeci e all’assessore regionale al Lavoro, Antonio Scavone.
“Due anni di ritardo, un tempo inammissibile”
“Due anni di ritardo sono un tempo inammissibile – prosegue Schillaci – perché così si vanifica il senso stesso del tirocinio extracurriculare, che dovrebbe essere quello di assicurare un introito economico al tirocinante (500 euro al mese) e aprire una porta verso l’inserimento nel mercato del lavoro. Se così tanti tirocinanti dell’Avviso 22/18, dopo due anni, non sono stati neanche pagati o lo sono stati solo in parte, ci chiediamo al contempo che fine abbia fatto l’eventuale inserimento nelle aziende dove si è svolto il tirocinio. Sono stati assunti oppure no?”.
Procedure burocratiche farraginose ed errori
“Vorremmo capirlo – chiede la deputata 5 Stelle – così da accertare la validità di questo strumento formativo e occupazionale per il quale la Regione Siciliana ha ricevuto 25 milioni di euro dall’Unione Europea.
Il finanziamento prevedeva anche un bonus di 14.000 euro e uno sgravio fiscale per cinque anni per le aziende disposte ad assumere i tirocinanti, per questo è importante avere contezza degli eventuali tirocinanti contrattualizzati. L’assessore Scavone e il dirigente generale del dipartimento del Lavoro hanno in passato confermato che ci sono procedure burocratiche farraginose e ci sono stati errori nella compilazione delle domande, ma non hanno prospettato soluzioni. Adesso è arrivato il momento di fare chiarezza su tutti questi aspetti, a cominciare dalle modalità di erogazione dei pagamenti”, conclude Schillaci.
Lo sconforto dei tirocinanti
I tirocinanti sono giustamente sconfortati. Tanto che a gennaio, attraverso il loro portavoce Oreste Lauria, avevano lanciato un appello alla Procura della Repubblica di Palermo affinché aprisse una inchiesta per accertare le responsabilità dei mancati pagamenti.
E’ ancora Lauria a spiegare come stanno le cose allo stato attuale: “La vicenda dei pagamenti dei tirocinanti dell’Avviso 22 ha raggiunto la fatidica goccia che ha fatto traboccare il vaso. Più volte attenzionata, è stata oggetto di ben due audizioni in V commissione, Cultura, Formazione e Lavoro all’Ars.
Si continua sempre a sperare di ricevere i compensi dovuti per un lavoro svolto e mai retribuito.
Per alcuni tirocinanti si parla di attese lunghe due anni e mezzo”.
La speranza di una soluzione dalle istituzioni
E ancora: “Più volte ci siamo rivolti senza esito alle istituzioni regionali. Ad oggi sono stati pagati all’incirca 1000 tirocinanti su 1741. Tra questi ci sono giovani e meno giovani e in molti sono madri e padri di famiglia che attendono queste somme come forma di sostentamento.
A questo si aggiunge l’amarezza di chi si reca presso il Dipartimento Lavoro di viale Praga a Palermo a reclamare un suo diritto e non gli viene detto lo stato di avanzamento della pratica né una data certa dei pagamenti.
Sono pochissimi i tirocinanti messi a conoscenza di quanto li riguarda circa la propria pratica”.
Ritardi su ritardi
Prosegue il portavoce dei tirocinanti: “La rendicontazione dei pagamenti doveva essere fatta ad ogni bimestre, ma questo non è mai accaduto e ha anzi portato ad un cumulo di ritardi nel tempo.
I controlli dovevano partire prima di attivare il tirocinio per ogni singolo tirocinante e non a tirocinio concluso.
Gli accrediti dovevano essere effettuati a bimestre rendicontato – ma purtroppo senza avere idea del perché -, questo meccanismo si è inceppato e nessuno sa fornire risposte e chiarimenti in merito”.
Della vicenda si è occupata anche Stefania Petyx, inviata della trasmissione televisiva Striscia La Notizia.
Nell’ultimo servizio andato in onda l’8 gennaio l’assessore Scavone ha dichiarato: “Alcuni tirocinanti sono rimasti incagliati in una storia di ordinario disordine per cui le APL o le aziende che hanno fatto lavorare i ragazzi non hanno prodotto la corretta documentazione, mancano le assicurazioni, l’indicazione del tutor, il registro delle presenze, e le certificazioni da integrare”. Scavone è stato anche ospite di una puntata di Casa Minutella, il programma condotto da Massimo Minutella e in onda su BlogSicilia, ed ha chiesto scusa ai tirocinanti per i ritardi nei pagamenti.
Lauria si chiede: “Come mai dopo tutto questo tempo si viene a sapere che ci sono delle pratiche ferme e che quindi non si possono emettere i mandati di pagamento? E se alcune pratiche non fossero state visionate per mancanza di personale sufficiente? I tirocinanti vogliono capire di quali pratiche parla l’assessore Scavone, e l’assessorato al Lavoro comunichi lo stato di avanzamento della pratica di ciascun tirocinante e quali sono le pratiche che presentano criticità. A pagare per tutti questi ritardi sono i tirocinanti dell’Avviso 22, le colpe di quanto sta accadendo non possono ricadere sui disoccupati”.
Manca una adeguata comunicazione
Per i tirocinanti, “deve essere l’assessorato al Lavoro a comunicare sia al singolo tirocinante che al suo ente promotore nonché APL di riferimento del progetto formativo quali sono le criticità e come risolverle. Senza comunicazione da parte dell’assessorato al Lavoro nessuno è in grado di sapere come risolvere l’intoppo che blocca la propria pratica di pagamento.
Ad oggi non siamo sicuri che tutti i tirocinanti dell’Avviso 22 verranno pagati.
Vogliamo soluzioni definitive e la Regione deve fare in modo che questa sia la volta buona”.
La proposta
Oreste Lauria lancia poi una proposta alle istituzioni e agli assessorati regionali di competenza: “Perché non integrare in un unico progetto i tirocinanti dell’Avviso 22 e i disoccupati della Formazione professionale?
Ci sarebbero possibilità per i tirocinanti dell’Avviso 22 per l’inserimento lavorativo ovvero una ricollocazione?
Noi facciamo solamente una domanda e vogliamo una risposta dalla politica regionale siciliana, e nella fattispecie dall’assessore al Lavoro, Antonio Scavone, e dall’assessore alla Formazione professionale, Roberto Lagalla”.
I tirocinanti osservano che “le due vicende dei tirocinanti e dei disoccupati della Formazione professionale hanno dei punti in comune”, “ed io credo – sottolinea Lauria – che si possa trovare una soluzione comune.
Le risorse finanziarie ci sono e in più si aggiungerebbero quelle del Piano “GOL” del Pnrr per disoccupati e inoccupati”.
Cos’è il Programma “GOL”
Ammontano a 100 milioni di euro le risorse a disposizione della Regione Siciliana per l’avvio del Programma “Gol” (Garanzia occupabilità lavoratori) nell’Isola. Si tratta di quasi l’11% dell’anticipo da 880 milioni su scala nazionale dei complessivi 4,6 miliardi stanziati dal Pnrr per un intero quinquennio. Il Piano attuativo regionale di “Gol”, predisposto dall’assessorato al Lavoro guidato da Antonio Scavone, ha ricevuto il via libera dalla giunta regionale e sarà adesso inviato ad Anpal per la definitiva approvazione.
Il programma “Gol” in Sicilia è finalizzato innanzitutto al reinserimento occupazionale, all’aggiornamento e alla riqualificazione dei lavoratori. Nel 2022, coinvolgerà 64.680 soggetti.
Tra questi, 17.248 sono destinatari di percorsi di formazione. Per 6.468, in particolare, è previsto un rafforzamento delle competenze digitali.
Lauria osserva: “Perché non creare un unico bacino di disoccupati da inserire nel mondo del lavoro?
Vorrei ricordare che i tirocinanti dell’Avviso 22 sono disoccupati della stessa Regione siciliana.
Sono stati impegnati in un percorso formativo presso aziende private ed enti pubblici.
Il 90% dei tirocinanti è costituito da disoccupati. Perché noi, alla fine del percorso formativo, siamo stati mandati a casa senza alcuna occupazione.
Ritengo interessante una riqualificazione, credo che la Regione siciliana possa trovare un modo per dare una sistemazione ai tirocinanti disoccupati e inoccupati.
Basterebbe la volontà politica per dare un’opportunità lavorativa ai tirocinanti”.
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