Il fronte del no siciliano si riunisce il 10 luglio a Palermo

Autonomia differenziata, si riunisce il comitato referendum per abrogazione della legge

Si riunisce il comitato promotore del referendum per l’abrogazione dell’Autonomia differenziata divenuta legge il 26 giugno. Domani, 10 luglio, si svolgerà la prima riunione operativa per la Sicilia. Il quesito referendario è stato depositato in Corte di Cassazione il 5 luglio e pubblicato il giorno successivo nella Gazzetta ufficiale. Partirà la raccolta delle firme a sostegno.

La riunione è organizzata da Cgil e Uil regionali e si svolgerà in modalità mista a partire dalle 12 con la partecipazione di rappresentanti di Verdi, Acli, Wwf, Demos, Anpi, Pd- Psi-Legambiente, Italia Viv, + Europa, Cgil, Uil, Movimento 5 stelle, Sinistra Italiana, Arci, Libera, Ali Autonomie Locali, Legacoop, Uisp, Rifondazione, Comunità Sant’Egidio.

La sede per la partecipazione di presenza è la Cgil regionale (via Bernabei 22), dove ci saranno i segretari generali di Cgil e Uil Alfio Mannino e Luisella Lionti.

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“Punteremo tutti insieme – scrivono in una nota Alfio Mannino e Luisella Lionti – a costruire la più ampia partecipazione dal basso. Questa infatti non è una battaglia di parte, ma è una battaglia che riguarda il futuro della Sicilia, del Mezzogiorno, delle giovani generazioni. È una battaglia di tutti. Non ci stiamo – aggiungono – a essere ostaggi di una politica che guarda ad altri interessi e a consolidare le proprie posizioni sulla pelle dei meridionali che rischiano di avere meno servizi, meno sanità, meno scuola, meno infrastrutture senza peraltro che il sistema Paese ne tragga vantaggi”.

L’autonomia differenziata spacca la maggioranza “Sicilia e Sud sacrificati”

“L’autonomia differenziata non è l’autonomia che volle Sturzo, non è coerente né con il dettato costituzionale né con lo statuto siciliano, rimasto inattuato. L’autonomia differenziata spacca in due il nostro paese, sacrificando il Sud e la Sicilia”. Lo ha detto alcuni giorni fa l’ex consigliere comunale di Acireale ed esponente autonomista Sabrina Renna.

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“Viene meno – ha proseguito Sabrina Renna – il principio di solidarietà, di sussidiarietà, vengono meno le ragioni dello stare insieme. È un fatto inaccettabile. La classe dirigente siciliana ha il dovere di alzare la voce, evitando quella che diventerebbe una secessione di fatto. Il Paese si “salva” insieme. Occorre da subito modificare una legge che determinerà solo gravi danni che investiranno i livelli territoriali, fino ai comuni. Oggi mobilitarsi è un dovere civile e morale. Partendo dai consigli comunali, attraverso ogni forma di iniziativa politica di sensibilizzazione. È inaccettabile perseguire un disegno di organizzazione istituzionale che vede il nord come terra di produzione e il sud come terra di consumo, che da un lato alimenta la domanda interna, dall’altro crea welfare assistenziale. Se il governo vuole continuare con un’Italia a due velocità, lo dica apertamente. Il rischio è che la “macchina” si fermi definitivamente. Serve un nuovo crinale di meridionalismo che blocchi subito questa deriva”.

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