“Siamo lasciati soli. I fondi destinati alla disabilità sono scarsi e l’assistenza a chi è affetto di autismo è affidata solo all’umanità di chi ci sostiene con il 5 per mille o donazioni e all’indennità di accompagnamento prevista dalla 104. Sono queste le sole risorse che ci consentono di non mollare il nostro obiettivo di ottimizzare le competenze delle persone autistiche, applicando anche in Sicilia il metodo CLM America (Competent Learner Model), il più avanzato e riconosciuto dalla comunità scientifica”.
Così Maria Rita Terrana, presidente dell’associazione onlus Eisa (Educazione per l’integrazione sociale degli autistici), nel corso della presentazione del progetto “Gioca, impara, vivi” dedicato ai ragazzi autistici e reso possibile grazie alla donazione di ‘Un fiore per Giulia’ e il sostegno dell’Ordine dei medici di Palermo guidato dal presidente Toti Amato.
Come ha spiegato Khaty Costumati, responsabile scientifico dell’Eisa e del CLM Italy, che punta a diffondere nel nostro Paese il metodo CLM America, “l’approccio è stato studiato per sviluppare al massimo le abilità della persona affetta da autismo e da altre disabilità mentali e comportamentali, ma per renderlo pienamente operativo e sviluppare competenze di autonomia servono spazi, strutture, formazione e specialisti. Insomma, servono risorse che purtroppo non abbiamo e non arrivano”.
“Ogni genitore – ha detto Teresa Vaiarelli, fondatrice di “Un fiore per Giulia” – vuole il meglio per i propri figli. Ma ciò che conta per le famiglie, nel caso di disabilità dello spettro autistico, è la volontà di non lasciare che diventino un peso per la società una volta rimasti soli. Oggi questi ragazzi hanno finalmente una palestra attrezzata, uno spazio fondamentale creato per loro secondo l’approccio terapeutico indicato dal responsabile scientifico previsto dal metodo americano, che ha dimostrato come attraverso l’attività fisica i ragazzi possano imparare ad avere consapevolezza della propria esistenza e fiducia nelle proprie capacità, conquistando l’obiettivo di una semi indipendenza di vita quotidiana.
“In questo percorso, purtroppo, la difficoltà maggiore è l’impegno economico, che è notevole. Applichiamo delle tecniche scientificamente validate – ha concluso Khaty Costumati – ma non sappiamo in quanto tempo. Ci sono diversi tipi di autismo, ragazzi che apprendono in una decina di lezioni, ragazzi a cui ne servono cento o mille. Ma non bisogna mollare perché i dati hanno dimostrato che il metodo funziona e che atti di vita quotidiani, come rifarsi il letto, prepararsi la colazione, pettinarsi o vestirsi, prendere un mezzo pubblico o aspettare in fila al supermercato, sono possibili. La ‘coperta’ in Sicilia per le disabilità gravissime è sempre più corta, quasi inesistente per quelli gravi. Eppure si tratta di diritti fondamentali e inviolabili”.
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