Oggi, 2 aprile, è la Giornata mondiale dell’Autismo. Una ricorrenza con la quale si vuole aumentare la conoscenza di questa patologia e promuovere l’inclusione e la comprensione, sensibilizzando l’opinione pubblica sull’importanza di garantire alle persone autistiche una vita piena e soddisfacente.
Il nome completo di questa ricorrenza, istituita nel 2007 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, è Giornata Mondiale della Consapevolezza sull’Autismo (WAAD dal nome inglese World Autism Awareness Day).
Il blu è il colore della giornata.
Il metodo Aba
A Palermo, il 3 marzo, ha aperto i battenti il Centro Aba Sicilia, nato dal desiderio di mettere a frutto l’esperienza maturata in oltre dieci anni di attività dai dottori Davide Pinio (executive director), Luca Di Matteo (clinical director) e Maria Pia Pellerito (scientific director). I tre specialisti supportano bambini e adolescenti nell’apprendere e sviluppare abilità attraverso l’Analisi Comportamentale Applicata nel trattamento dei disturbi dello spettro autistico, del comportamento e della comunicazione.
Aba è l’acronimo di Applied Behavior Analysis, ovvero Analisi del Comportamento Applicata. Si tratta di una scienza che studia le relazioni sistematiche tra l’individuo e l’ambiente.
Il metodo si basa sulla misurazione e valutazione oggettiva del comportamento nei contesti di vita: la casa, la scuola, la comunità.
L’obiettivo dell’Aba è incrementare comportamenti adattivi e socialmente appropriati, riducendo nel contempo quelli problematici e disfunzionali, utilizzando tecniche supportate da oltre 50 anni di ricerca scientifica.
L’importanza dell’intervento riabilitativo precoce
Il Centro Aba Sicilia è il primo con la presenza in sede di due Bcba, ovvero Pinio e Di Matteo, due analisti del comportamento certificati che si occupano di sviluppare programmi di intervento individualizzati. Fondamentale è l’importanza dell’intervento riabilitativo precoce, “confermato – dice Pinio – da oltre 500 studi sull’autismo effettuati dal 1985 ad oggi”. Con Pinio, Di Matteo e Pellerito collaborano 7 psicologi, tutor Aba, che mettono in atto i programmi di intervento.
I pazienti e la collaborazione con il loro mondo
“Il nostro centro – spiega Di Matteo – segue persone appartenenti a diverse fasce d’età. Ci occupiamo anche di bambini dai 24 mesi in poi, ma la maggioranza dei nostri pazienti ha un età minore di 10 anni. Alcuni nostri pazienti sono adolescenti ma anche giovani con un’età media di 20 anni”.
Aggiunge Tinio: “Da noi sono arrivati anche bambini che non avevano ancora una vera e propria diagnosi di autismo ma che presentavano alcune avvisaglie della patologia. Intervenire subito è fondamentale. Per favorire la regressione dei comportamenti problematici collaboriamo con insegnanti di sostegno, logopedisti, psicomotricisti, neuropsichiatri.
L’intervento riabilitativo del bambino deve nascere dall’unione di tutte le forze. Ogni mese elaboriamo una valutazione che viene sottoposta alla famiglia del bambino”.
Maggiore attenzione rispetto al passato
I disturbi dello spettro autistico sembrerebbero essere in crescita. “Ma oggi – aggiunge Di Matteo – c’è maggiore attenzione, rispetto al passato, da parte delle famiglie e degli insegnanti. L’intervento precoce, come detto, è il punto di forza della buona riuscita del piano terapeutico del bambino”.
Pinio fornisce qualche dato: “I disturbi dello spettro autistico sono prevalenti nella popolazione maschile, si parla di un caso ogni 68 persone. C’è stato un importante aumento, negli ultimi anni, dei servizi e delle terapie per questo tipo di disturbi ma c’è ancora poca formazione. C’è molta domanda di cure e attenzione e di contro, purtroppo, pochi professionisti o operatori specializzati che possano occuparsene. Non parliamo solo di autismo. Il metodo Aba riduce in genere i comportamenti che sono di ostacolo all’apprendimento. La nostra analisi cerca di comprendere perché il bambino metta in atto determinati comportamenti, di conseguenza agiamo sulle variabili ambientali”.
Formazione e supervisione, l’importanza del coinvolgimento della famiglia
Per applicare il metodo Aba occorre creare una micro equipe che lavori per ogni bambino. Poi, supervisione e formazione dei professionisti giocano un ruolo fondamentale.
Di Matteo conclude: “I genitori, o comunque le figure di riferimento del bambino, come i nonni, sono parte attiva del percorso terapeutico. Per loro, sapere quale ‘intervento’ si sta mettendo a punto per il bambino è importante perché gli consente di capire cosa fare nella vita quotidiana per aiutare il proprio figlio”.
Gli fa eco Pinio: “Il ruolo dei genitori e di tutta la famiglia è determinante. I risultati della terapia devono essere riscontrati non soltanto da noi specialisti, ma in particolar modo dalla famiglia. Il nostro obiettivo è migliorare la qualità di vita della famiglia. Alcuni genitori ci hanno riferito, di essere riusciti, dopo tanto tempo, ad andare a mangiare una pizza con il proprio bambino. Cioè fare una cosa normale. Potrebbe sembrare un dettaglio di poco conto ma non lo è. Spesso le famiglie che vivono un problema di autismo si ritrovano isolate tra le mura delle loro case. Questo non dovrebbe accadere mai”.
Il Centro Aba Sicilia è una struttura privata.
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