Sono in 1318 i dipendenti regionali per i quali trova effetto il rinnovo del contratto dei Dirigenti della Regione Siciliana la cui pre intesa è avvenuta ieri nei locali dell’ARAN Sicilia in via Trinacria a Palermo. Adesso l’intesa dovrà passare dalla giunta e poi ricevere l’ok anche dalla Corte dei Conti.
8,8 mln per coprire gli aumenti contrattuali del triennio dal 2016 al 2018 con incrementi lordi medi mensili a regime per i dirigenti pari a 209,00 euro. Una cifra considerevole anche se dagli uffici fanno sapere come sia ben al di sotto dell’importo medio del CNNL delle funzioni centrali dello stato ( 269,00 euro).
In rete e sui social network si è scatenata l’indignazione. Numerosissimi i commenti ironici e rassegnati dei nostri lettori sulla pagina Facebook. Si chiedono come si possano avanzare miglioramenti economici per i dirigenti della regione che sono certamente considerati dalla maggioranza delle persone come una vera e propria casta.
Abbiamo deciso allora di sentire l’Avv. Accursio Gallo, Presidente di ARAN, l’Agenzia per la Rappresentanza Negoziale della Regione Siciliana, organismo deputato alla contrattazione, principale attore di questo risultato che fa gioire i dipendenti regionali ma provoca reazioni molto negative sui social.
D: Avv. Gallo, un contratto nuovo per i dirigenti della Regione, 8,8 mln per coprire gli aumenti contrattuali dal 2016 al 2018. Era proprio necessario? Ci si chiede perchè si diano soldi ai regionali quando non ce n’è abbastanza da nessuna parte.
R: Senza i dirigenti la regione non andrebbe avanti e sarebbero gravissime le conseguenze per i cittadini e per le imprese che ogni giorno hanno rapporti con la nostra amministrazione.
Il problema non è lo stipendio dei regionali ma la loro produttività. Con il nuovo contratto diamo più spazio alla produttività, si rivolge attenzione al merito, prendono più soldi soltanto quelli che producono di più e raggiungono gli obiettivi fissati, si valorizzano le risorse umane migliori in organico alla Regione.
I regionali non si possono considerare una casta. Comprendo il punto di vista di chi vive in stato di difficoltà, ma allora bisognerebbe considerare casta tutti i dipendenti statali.
Nessuno dice invece, nemmeno sui mezzi di informazione nazionale sempre pronti ad attaccare la Sicilia, che gli stipendi medi dei dipendenti regionali sono più bassi di quelli degli statali il cui Contratto Collettivo Nazionale è stato sottoscritto da poco e ora passerà al vaglio della Corte dei Conti.
D: Il nuovo contratto introduce il codice per la responsabilità disciplinare dei dirigenti. Di cosa si tratta? Cambia qualcosa per i cittadini?
R: Il codice disciplinare non c’era nel vecchio contratto e il Presidente Musumeci lo ha fortemente voluto in quanto lo considera centrale nell’ambito della riorganizzazione della regione. Direi anzi che Musumeci considera il codice di disciplina il punto saliente di questo nuovo contatto che non si rinnovava da 10 anni.
Senza aumenti contrattuali non avremmo ottenuto il codice disciplinare e non si potrebbe andare avanti con l’ammodernamento della macchina regionale.
Con questo contratto chi lavora di più prende di più. Il dirigente adesso non può rifiutare un incarico e percepire comunque lo stipendio da dirigente. Se rifiuta adesso non viene pagato. Ed ecco che cambia qualcosa per noi cittadini.
D: Allora tutto a posto. Possiamo rassicurare i nostri lettori. Nessun privilegio è stato pagato. I siciliani possono essere soddisfatti?
R: Questo potremo dirlo in futuro, me lo auguro. Oggi, per parte mia, c’è soddisfazione per il rinnovo di un contratto fermo da dieci anni: è stato un lungo e duro lavoro e ringrazio i componenti del comitato direttivo dell’ARAN, Paolo Cibin e Giuseppe D’Appolito, il personale di ARAN e le Organizzazioni Sindacali per contributo apportato in questi mesi.
Si tratta peraltro della conferma di un Impegno del Governo Musumeci che nel giro di un anno ha rinnovato due contratti, quello del comparto non dirigenziale e adesso quello dei dirigenti, dopo un blocco di anni.
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