“Ieri sera mi sono recata alla Missione Speranza e Carità per incontrare il responsabile don Pino Vitrano, a cui ho consegnato un documento in cui mi impegno a versare ogni mese l’intera somma percepita come adeguamento Istat legato all’indennità parlamentare. Dopo essermi consultata con gli uffici della Ragioneria regionale, che ringrazio vivamente, ho infatti avuto certezza dell’inutilità di formulare una lettera di rinuncia che sarebbe stata rifiutata dagli uffici stessi, poiché, secondo la legge dello Stato vigente, “non è ammessa rinunzia o cessione dell’indennità spettante ai deputati”. Lo afferma Valentina Chinnici,
deputata regionale del Pd.
Le parole della Chinnici
“Dunque, poiché non volevo compiere un gesto solo simbolico, ho scelto l’unica vera strada percorribile per rinunciare a questo aumento che continua a suonarmi come un’offesa verso tanti concittadini che vivono in situazioni disperanti. Da consigliera comunale ho avuto il privilegio e la sofferenza di varcare le soglie di case dove i bambini non hanno condizioni sane per vivere, giocare e studiare, ho ascoltato ogni giorno il grido di chi non può fruire di adeguate cure mediche e dentistiche in particolare e di chi non gode del diritto di residenza e non ha accesso a nessuna forma di sussidio – dice la Chinnici – Le condizioni di gravissima povertà in cui versano migliaia di siciliani dovrebbero interpellare le coscienze di tutti gli altri che vivono in condizioni più fortunate. Continuerò come posso, con gesti privati di beneficenza e con il mio impegno istituzionale a cercare di ridurre le sofferenze di questi concittadini e a lottare per la giustizia sociale, ma nel caso di questo adeguamento ho deciso, in accordo con don Pino stesso e con i miei familiari, di rendere nota la circostanza, non solo perché resto convinta che “il personale è politico”, ma perché ritengo doveroso lanciare un messaggio pubblico preciso e compiere l’unica scelta per me sensata, oltre la fuffa e la caciara che si è innescata in queste settimane. Sono e resto, come mio marito, un’insegnante dello Stato convinta che i politici, come gli insegnanti, debbano testimoniare ogni giorno, con assoluto rigore morale, i valori che professano. Solo così i docenti possono godere della stima dei propri alunni e i politici della fiducia e del rispetto di chi hanno l’onore di servire e rappresentare”.
La petizione contro l’aumento degli stipendi
Una petizione contro gli aumenti dei stipendi del deputati siciliani. A lanciarla è un gruppo di giovani di Italia Viva, che definiscono tutto questo “uno schiaffo ai siciliani”. Una petizione che in poco temp ha raggiunto 1000 firme. E le polemiche, dunque, continuano.
La petizione
“I deputati siciliani si sono aumentati lo stipendio di un importo superiore alla retribuzione di uno stagista in Italia. L’aumento di 900 euro per ogni deputato e’ uno schiaffo ai siciliani, in particolare ai giovani”; scrivono Valentina, Cristina, Giuseppe, Manuel e Giuseppe, giovani siciliani che, scrivono, “non ci stanno ad essere presi in giro da chi dovrebbe rappresentare le istituzioni e lavorare per l’interesse comune, siamo professionisti, imprenditori, che hanno il diritto di poter vivere nella propria terra in condizioni normali: servizi, opportunità di crescita lavorativa, possibilità, infrastrutture, è questo che vogliamo.
“Ci appelliamo a tutti, giovani e non, siciliani e non, di ogni partito politico, associazione, categoria per sostenere la nostra petizione e bloccare questo orrore”, conclude la nota. (Per firmare la petizione: https://www.italiaviva.it/stop_aumento_stipendi_deputati_regionali_sicilia)
Per la rinuncia serve una legge
“Non è ammessa la rinuncia delle indennità, o di una frazione delle stesse, da parte dei deputati”. Le lettere che pure nei giorni scorsi sono arrivate alla ragioneria dell’Ars hanno la valenza di una dichiarazione d’intenti, ma non producono effetti concreti. Tutti i 70 deputati regionali riceveranno già a febbraio 890 euro di adeguamento Istat alle loro indennità. Per rinunciarci, servirebbe una legge ad hoc. Sulla carta, in molti vorrebbero rinunciare, ma paradossi dei paradossi, non si può fare nemmeno questo.
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