“Aprite le porte delle case di riposo per anziani al sindacato dei pensionati”. Lo chiede il segretario Spi Cgil di Palermo Maria Concetta Balistreri, dopo l’ultimo di una serie in aumento di sequestri di case abusive per anziani.
L’ultimo caso ha riguardato due giorni fa la casa abusiva di riposo scoperta dai carabinieri in via Sallustio a Bagheria. Alla struttura di 70 metri quadrati, che ospitava 8 anziani, sono stati messi i sigilli e gli anziani trasportati in altre case di riposo.
Lo Spi Cgil lancia un appello ai Comuni, alle Asp, alla Regione, agli enti che sovrintendono alle pratiche per le autorizzazioni e gli accreditamenti. “Non ci sono controlli adeguati e sufficienti per garantire che le case di riposo per anziani, che prendono il contributo pubblico, rispondano ai criteri previsti dalla legge. E non c’è nessuna possibilità di accedere liberamente al loro interno. Come sindacato dei pensionati vorremo che si aprissero le porte di queste strutture, per verificare alla luce del sole come stanno gli anziani ricoverati e controllare che vengano rispettati norme di legge e criteri del vivere civile. Spesso si tratta di anziani soli, senza famiglie, abbandonati a se stessi dopo una vita di lavoro e di sacrifici. Intendiamo coinvolgere in un’iniziativa in questa direzione gli altri sindacati dei pensionati di Cisl e Uil, per addentrarci in tutti gli aspetti di questo fenomeno”.
Tante le case di riposo abusive che proliferano nei condomini, con appartamenti trasformati in case di accoglienza senza requisiti: un fenomeno in espansione, in città come nei paesi. Lo segnala lo Spi, che denuncia la mancanza di un’azione deterrente nella nascita di queste strutture.
“La pratica di strutture di accoglienza non a norma, quando addirittura non vessano e abusano dei loro ospiti, è molto diffusa. Lo Spi ha condotto un’indagine nazionale qualche anno fa. A livello locale nei territori abbiamo avuto grandissime difficoltà, molte strutture non rispondono – aggiunge Maria Concetta Balistreri – Nel caso della comunità di Bagheria si trattava di anziani autosufficienti e comunque in discrete condizioni. Ma molto spesso si ha notizia di parenti che lamentano situazioni di invivibilità se non casi di maltrattamenti e di vessazioni. A volte le denunce riguardano il personale. Bisognerebbe capire anche il personale utilizzato che professionalità ha, come viene tutelato e pagato”.