“Ancora niente di fatto per gli ASU per la decisione del Governo di non sostenere la scelta più semplice e lineare per aumentare le ore contrattuali.
Con in più il giallo dei fondi che benché fossero già disponibili in bilancio, ora sembrano spariti e andrebbero reinseriti con un inspiegabile voto d’aula.
Speriamo che domani il Governo torni sui sui passi sbloccando questa impasse di cui fanno le spese migliaia di lavoratori.” Lo ha dichiarato Marianna Caronia al termine dei lavori di ieri sera dell’Assemblea Regionale Siciliana.
“Il partito democratico si opporrà con fermezza alla proposta del governo Musumeci di tagliare i fondi destinati alla stabilizzazione dei lavoratori Asu per gli anni 2022-2023″. Lo ha detto il capogruppo Pd Giuseppe Lupo intervenendo in aula durante l’esame del disegno di legge 962/A di variazioni di bilancio con riferimento alla proposta del governo di azzerare lo stanziamento di 10 milioni per gli anni 2022-2023 previsto in finanziaria per la stabilizzazione dei lavoratori ASU.
Lupo si è riferito in particolare all’articolo 4, comma 1, lettera b del disegno di legge che prevede appunto, su proposta del governo, il taglio dei fondi per la stabilizzazione.
“I lavoratori meritano rispetto, questo gioco delle tre carte da parte del governo Musumeci è inaccettabile – ha continuato – a parole promette l’impegno per la stabilizzazione, ma poi nei fatti propone di tagliare i fondi necessari per ottenerla”.
“La vicenda degli ASU assume contorni sempre più coloriti, con l’Assessore Armao che si è ormai dato alla fantascienza. Lui che brilla per assenza durante il dibattito su norme di bilancio si permette di accusare i parlamentari di assenza.
Ognuno deve assumersi le proprie responsabilità e dire chiaramente che oggi il Governo sta lavorando per ulteriori tagli alle somme per gli ASU. Siamo passati da un lavoro parlamentare per la stabilizzazione, supportato dal solo Assessore Scavone cui va dato atto del suo impegno a fianco della Commissione e dei deputati, a dover combattere persino per mantenere in bilancio i fondi per il sussidio ordinario, con una proposta, questa sì di diretta proposta governativa, che prevede ulteriori tagli anche per il futuro.
Prendiamo atto del fatto che la volontà del Governo è diversa da quella del Parlamento, che “un semu tutti i stissi”, non siamo assolutamente tutti gli stessi rispetto al taglio di cinque milioni, non siamo tutti gli stessi rispetto alla votazione di un contributo una tantum che è una vera e propria porcheria nei confronti degli ASU.
Quindi io non voterò mai e poi mai queste variazioni di bilancio, non lo farò per gli ASU e non lo farò da sindaco per l’ennesimo taglio ai fondi per i Comuni, l’ennesima riduzione di fondi per le amministrazioni comunali.
Non se ne può più di queste prese in giro; i cittadini, i lavoratori sono stanchi di queste prese in giro continue, col Governo che ora a parole vuole rassicurare dicendo che troverà le risorse per la stabilizzazione in futuro, quando sappiamo già che le risorse non ci sono e che non le stiamo prevedendo nel bilancio pluriennale.
Per tutto questo non potrò che votare contro le variazioni di bilancio nel loro complesso”.
Lo ha dichiarato il deputato regionale di Sicilia Vera, Danilo Lo Giudice, intervenendo ieri sera in Aula nel dibattito dell’Assemblea Regionale Siciliana sulle variazioni di bilancio.
“L’articolo 36 aveva dato una speranza al personale Asu e la politica siciliana può dire di aver fatto qualcosa di corretto e di dovuto per i lavoratori che finalmente avevano ottenuto quella dignità e quella libertà di azione nella vita che oggi non hanno perché è stato impugnato dal governo nazionale”. Lo ha detto Elvira Amata, capogruppo di Fratelli d’Italia all’Ars. “Ringrazio l’assessore Scavone – ha aggiunto – che con correttezza ci ha informato sull’atteggiamento del ministro del lavoro Orlando, rappresentante di un governo che vuol lasciare i lavoratori sudditi tra Reddito di Cittadinanza e precariato. La risposta ai lavoratori Asu è politica e deve essere definitiva. Basta con la demagogia perché questo personale ha diritto al lavoro e alla libertà”, ha concluso Amata.
Fortemente critico il M5S. “Il disavanzo di 7 miliardi e mezzo di euro, certificato nell’assestamento di bilancio portato in aula dal governo, di cui un miliardo e mezzo ascrivibile in toto a questo esecutivo del nulla, è la prova del fallimento di Musumeci e della sua giunta, cosa che apre scenari futuri che definire preoccupanti è puro eufemismo”. Lo afferma il capogruppo del M5s all’Ars Giovanni Di Caro.
“Per quanto riguarda la variazione di bilancio – continua – siamo soddisfatti di essere riusciti a recuperare i tre milioni di euro dovuti agli Asu, ma non siamo per nulla d’accordo sulla mancetta che stanno architettando per mitigare la delusione di questi lavoratori, ancora una volta presi in giro da questo governo. Inaccettabile, infine, il comportamento di questa maggioranza, nuovamente sparita in prossimità del voto, cosa che ha costretto a rinviare i lavori d’aula a martedì”.
Vincenzo Figuccia, deputato della Lega all’Ars e coordinatore provinciale del partito a Palermo è più ottimista.
“Finalmente – dice – a fine di compensare gli effetti connessi alle emergenza epidemiologica, il Dipartimento del Lavoro, dell’impiego dell’orientamento, dei servizi e delle attività formative, è autorizzato ad erogare ai soggetti Asu un’indennità, un’integrazione e non un semplice bonus una tantum come era stato pensato, pari a 1000 euro per ciascun soggetto”.
Prosegue Figuccia: “Per questo il dipartimento, in questione sarà autorizzato per l’esercizio finanziario 2021 la spesa di 4,5 milioni. Contestualmente, abbiamo reintegrato la somma mancante pari a circa 800 mila euro per recuperare le somme mancanti al bacino ex Pip. Auspichiamo che nella prossima finanziaria si attivi un percorso che guardi alla stabilizzazione di entrambe le categorie che rimangono storicamente categorie marginalizzate. Chiediamo che l’azione venga fatta prima possibile prima che continuino le azioni legali che rischiano di mettere in ginocchio la situazione della Regione Siciliana”.
Una raccolta firme in tutta Italia per presentare un disegno di legge di iniziativa popolare che consenta a migliaia di lavoratori Asu e Lsu di avere una pensione dignitosa: è questa l’iniziativa della Cisal nazionale che, su proposta della Cisal Sicilia, coinvolgerà tutte le Federazioni del sindacato per consentire a condizioni vantaggiose il riscatto dei contributi figurativi dei lavoratori, di cui quasi 10 mila solo in Sicilia. La decisione è stata assunta ieri a Pomezia dal Consiglio nazionale della Cisal che si è riunito per la prima volta in presenza dopo lo scoppio della pandemia.
“Migliaia di lavoratori Asu e Lsu di varie amministrazioni rischiano di ritrovarsi con una pensione misera, addirittura più bassa di quella sociale – dicono Giuseppe Badagliacca, Nicolò Scaglione, Angelo Lo Curto e Gaspare Di Pasquale della Cisal Sicilia – I servizi prestati dal 1996 a oggi non sono infatti riconosciuti come rapporto di impiego e i contributi figurativi non incidono sulle somme che verranno percepite: il risultato è che il riscatto di questi anni costerebbe migliaia di euro che i lavoratori non possono permettersi”.
Da qui la stesura di un disegno di legge che consenta di applicare la sola quota a carico del lavoratore e una lunga rateizzazione o, in alternativa, una compensazione con il Tfr ponendo gli oneri del datore di lavoro a carico del Fondo di Coesione dell’Agenzia per la Coesione territoriale.
Un dipendente di categoria B, per fare un esempio, con le attuali norme deve versare 66 mila euro per riscattare 10 anni di contributi figurativi, pagando 1.100 euro al mese per 5 anni; con il ddl della Cisal, invece, la somma si ridurrebbe a 17.600 euro con 120 rate da 147 euro o 180 rate da 98 euro, potendo detrarre la metà del versato nei cinque anni successivi.
“Ringraziamo il segretario generale della Cisal Francesco Cavallaro e il segretario generale della federazione Csa-Cisal Francesco Garofalo per avere accolto la nostra proposta – continuano Badagliacca, Scaglione, Lo Curto e Di Pasquale – L’obiettivo sarà la raccolta delle 50 mila firme necessarie per il ddl che poi andrà all’attenzione del Parlamento: un modo per risarcire migliaia di lavoratori di anni di precariato. La Cisal nazionale chiederà inoltre alla Funzione Pubblica di riaffermare il diritto dei lavoratori fragili a prestare servizio in modalità agile”.