Da oggi prende il via la protesta degli Asu, precari a libro paga della Regione che chiedono la stabilizzazione. Soprattutto il dito viene puntato sul governo regionale considerato “ambiguo” su questa tema che riguarda la categoria. Appuntamento davanti l’Ars in piazza parlamento a Palermo: sarà una protesta ad oltranza, mentre nei vari Comuni di altri enti pubblici in cui sono dislocati gli Asu in previsione assemblee e occupazioni pacifiche.
“Il governo della Regione deve chiarirsi le idee: non può con una mano decidere di ricorrere alla Corte Costituzionale per difendere l’articolo 36 della legge regionale 9/2021, che mirava alla stabilizzazione degli Asu, e con l’altra scrivere una legge di bilancio che di fatto toglie ogni risorsa destinata a realizzare proprio questa prospettiva”. A denunciarlo è la Fp Cgil Sicilia che, per bocca, del segretario generale, Gaetano Agliozzo, non risparmia critiche per l’atteggiamento del governo siciliano sul tema.
“Lo scorso anno, nella legge finanziaria, – aggiunge Agliozzo – il governo esaltava una norma che avrebbe posto fine a 25 anni di precariato, oggi in silenzio, e mascherato tra le righe, propone un articolo che si riprende indietro i soldi, circa 15 milioni di euro, stanziati per la stabilizzazione. I lavoratori Asu sono ormai stanchi di essere presi in giro. Non si vive con 600 euro al mese! Faremo sentire la nostra voce e il nostro profondo e netto dissenso nella protesta, davanti alla sede dell’Ars, per dire, in modo incisivo e determinato, al governo della Regione e a tutta la politica regionale e nazionale che questo nodo va sciolto definitivamente”.
I sindacati chiedono dei segnali concreti a garanzia della categoria dei precari. “Questi segnali – conclude Gaetano Agliozzo – devono andare in direzione della stabilizzazione, della chiusura definitiva di questo capitolo, della restituzione di certezze, dignità e diritti a questi lavoratori, i quali, in questi anni, hanno garantito i servizi essenziali di enti locali, Asp, siti archeologici e musei”.